di Giuseppe Masala
Wirecard società tedesca fintec che offre servizi finanziari ad aziende un po’ in tutto il mondo tracolla di quasi il 60% in borsa dopo che la società di revisione Ernst&Young si rifiuta di certificare il loro bilancio perchè dalla cassa sono spariti 1,9 mld di euro. Un po’ come la Parmalat che esibiva conti miliardari in banche estere che però non esistevano giusto per rendere l’idea.
Ma ciò che mi domando io è un’altra cosa, gli scandali finanziari in Germania sono all’ordine del giorno o quasi, tra riciclaggio, manipolazioni di mercato e altro. Sappiamo che il loro sistema bancario è completamente marcio; da Deutsche Bank, a Commerzbank fino alle banche locali l’una più malconcia dell’altra. Eppure quello strabenedetto saldo delle partite correnti e il Niip ci indicano che il sistema dovrebbe essere pieno di soldi fino all’orlo.
Se è vero che parte di quel saldo è un illusione ottica che non esiste nella realtà perchè la Bce è situata in territorio tedesco e questo significa che per la Germania i rifinanziamenti a qualsiasi titolo Bce non risultano come debiti verso l’estero mentre per gli altri diciotto stati appartenenti all’area euro sì (e per i conti nazionali tedeschi sono “crediti”) dall’altro lato è anche vero che il Niip è pari ad un saldo positivo strabiliante del 71% del loro Pil (che,ripeto, vanno “nettati” dei finanziamenti Bce agli altri 18 paesi dell’area); beh, insomma, gli dovrebbe rimanere un bel gruzzolo comunque al netto Bce, tale da evitare il collasso continuo di banche, finanziarie e via discorrendo.
E anzi, non si spiega perchè mai le banche tedesche debbano assumersi rischi pazzeschi fungendo da lavatrice di danaro sporco, accendendo derivati rischiosissimi, investendo in paesi a rischio (Turchia, ecc). Voglio dire, i rischi in genere se li prendono i poveri e disperati, mica i ricchissimi.
Ecco, qui le cose non mi quadrano mica tanto.
Tratto da: L’Antidiplomatico
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