Pugni e calci, ma lo specialista riconosce una tale violenza nei colpi che hanno portato alla morte del ragazzo, da non escludere «la possibilità teorica, seppure minoritaria, dell’uso di bastoni, spranghe o altro» durante il pestaggio. Si sa invece che lo hanno picchiato a mani nude. Ieri, intanto, sono cominciati gli accertamenti sulle tracce biologiche trovata nell’Audi e sugli abiti degli indagati. Era sull’Audi dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, con i quattro indagati, quando i carabinieri di Colleferro li hanno trovati in un bar, subito dopo quel pestaggio, e li hanno invitati a presentarsi in caserma per accertamenti. Ma Vittorio Tondinelli, che seguirà il maresciallo e si troverà in camera di sicurezza, è risultato estraneo ai fatti: non ha picchiato Willy. E la mattina del 6 settembre i militari lo hanno lasciato tornare a casa. Ieri, per la prima volta, è stato sentito dai magistrati di Velletri, che si occupano dell’omicidio. La sua testimonianza non era stata neppure raccolta.
L’interrogatorio
Ha parlato per ore in un interrogatorio fiume, durante il quale avrebbe fornito dettagli importanti per chiarire i ruoli nella rissa. Potrebbe così trasformarsi nel teste chiave. Le testimonianze a disposizione degli inquirenti (se ne sono aggiunte altre) non hanno chiarito quale dei fratelli Bianchi abbia picchiato per primo. L’amico di Willy ha raccontato però che quando il ragazzo era già steso per terra i picchiatori gli sono saliti addosso, pestandolo. In realtà Tondinelli, al momento del pestaggio, sarebbe rimasto vicino all’auto, ma ai pm avrebbe raccontato anche dei passaggi nella fase successiva alla rissa, quando in auto gli indagati hanno commentato quanto accaduto. Le indagini di carabinieri e procura riguardano anche altre persone che, quella notte, si trovavano in largo Santa Caterina. Almeno altre due. L’esame dei telefonini e delle celle telefoniche, come quello dei tabulati, avrebbe già fornito nuovi elementi. E non è escluso che, nelle prossime settimane, altri nomi possano essere iscritti sul registro degli indagati.
Tratto da: Il Messagero
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