Washington ordina, Roma esegue. Tim esclude Huawei dai fornitori del 5G

Washington ordina, Roma esegue. Tim esclude Huawei dai fornitori del 5G

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Non è una novità, se pensiamo alle voci che già circolavano in questi giorni, ovvero che il Ministro degli Esteri, Luigi di Maio, dopo la visita all’ambasciatore USA, avrebbe deciso di escludere Huawei dalle forniture per la rete 5G.

Ieri l’esclusiva di Repubblica, chi poteva averla se non foglio della famiglia Elkann, che da mesi sta attuando una crociata contra la Cina? 
 
“Tim ha deciso di escludere la cinese Huawei dall’elenco dei potenziali fornitori per la gara per la rete 5G, sia in Italia e sia in Brasile. La decisione, trapela da fonti aziendali, non avrebbe nulla a che vedere con aspetti di natura politica”, si legge su Repubblica. E il quotidiano citando le fonti aziendali, precisa che riflette solo una scelta industriale che va nell’ottica della diversificazione dei partner”.
 
Possono permettersi queste precisazioni vergognose perché sanno che l’intera classe politica non ha la spina dorsale per contrastare questa scelta tutta politica, altro che aziendale, ci prendono anche in giro. Da questa classe politica non possiamo sperare di poter far valere un minimo di sovranità, di scelta in autonomia.
 
La conclusione è un capolavoro: “Tim punta dunque ad ammettere come fornitori solo aziende americane e europee. Ericsson, Nokia, Cisco, Mavenir e Affirmed Networks sono sin qui i player invitati formalmente da Tim all’iter di selezione.”
 
Immaginate cosa sarebbe successo se la Russia o la Cina avessero escluso le aziende americane o europee da questa gara, si sarebbe gridato alla violazione dei principi del libero mercato e di ogni genere di libertà passata o futura.
 
Questa decisione, oltre a sancire il nostro servilismo agli USA, certifica la partecipazione dell’Italia alla guerra che Washington ha dichiarato a Pechino. Al momento è solo una guerra economica. Sottolineamo, solo al momento.
 
Insomma, se tutto va bene, siamo rovinati.

Tratto: L’Antidiplomatico

Economia Italia