E’ stata confermata l’assoluzione per la sindaca di Roma Virginia Raggi nel processo d’Appello per falso in relazione alla nomina (poi ritirata) nell’autunno del 2016 di Renato Marra a capo del Dipartimento Turismo del Campidoglio. La decisione dei giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello è arrivata dopo oltre due ore di camera di consiglio. Applausi e abbracci per la sindaca dopo la lettura della sentenza. Al termine della requisitoria di ieri mattina il sostituto procuratore generale Emma D’Ortona aveva chiesto una condanna a 10 mesi di reclusione. I fatti risalgono all’autunno del 2016, pochi mesi dopo l’insediamento della prima cittadina. Secondo la procura, la Raggi avrebbe dichiarato il falso quando avrebbe affermato di aver nominato Marra in assoluta autonomia poiché, per la procuratrice generale D’Ortona, la sindaca sarebbe stata in accordo con Raffaele per la nomina del fratello Renato a capo del dipartimento Turismo. La sentenza di primo grado aveva già assolto la prima cittadina di Roma perché “il fatto non costituisce reato” accusando il giudice di “avere trasformato una indagine documentale in dichiarativa”.
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Ad accompagnare Raggi, oltre al suo staff e al marito, erano presenti in aula il capogruppo M5S Giuliano Pacetti, i consiglieri M5s Paolo Ferrara, Annalisa Bernabei, Angelo Diario e Alfredo Campagna presidente del XIV municipio. Alla lettura della sentenza Raggi e il marito si sono abbracciati visibilmente commossi. “Ora è troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio. Chi ha la coscienza a posto non si offenda per queste parole ma tanti altri, almeno oggi, abbiano la decenza di tacere” ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, dopo la sentenza di assoluzione. La sindaca lasciando la corte d’appello di Roma ha aggiunto: “Se vogliono dire o fare qualcosa realmente, facciano arrivare risorse e gli strumenti per utilizzarle ai romani e alla mia città. C’è una legge di bilancio per dimostrare con i fatti di voler fare politica. Il resto sono chiacchiere”.
Tratto da: Antimafiaduemila
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