Prescrizioni, appello bis, ma anche condanne accertate una volta e per sempre. E’ quanto ha sancito pochi giorni fa la sentenza della Corte Suprema di Cassazione al processo per la strage di Viareggio che ha sollevato tante proteste da parte dei familiari delle 32 vittime del più grave disastro ferroviario avvenuto in Europa negli ultimi 30 anni. Come si legge tra le pieghe del lungo dispositivo emesso dalla Quarta sezione penale della Cassazione, presieduta da Giacomo Fumu, sono definitivi i verdetti di condanna per disastro ferroviario colposo a fronte di 15 imputati che condividevano la stessa accusa nel processo per la strage viareggina – tra loro l’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti, poi passato alla guida di Finmeccanica – costata la vita e terribili giorni di agonia a persone ignare intrappolate nella deflagrazione avvenuta la notte del 29 giugno 2009, nella cittadina versiliana, in Via Ponchielli andata a fuoco come fosse Beirut. La Corte Suprema ha, dunque, cristallizzato queste undici responsabilità, e ha poi anche dichiarato sussistenti i reati di omicidio colposo plurimo, finiti però in prescrizione per il venir meno dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Nel novero dei condannati, per i quali la Corte di Appello di Firenze dovrà effettuare il ricalcolo del “trattamento sanzionatorio”, c’è anche l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, e poi due manager della Cima, la società incaricata della manutenzione dei carri cisterna del convoglio deragliato che ha provocato l’esplosione del gas che da Trecate (Novara) doveva raggiungere Gricignano di Aversa (Caserta). Il grosso del plateau dei condannati, sette imputati, è costituita da dirigenti delle società tedesche e austriache proprietarie dei carri cisterna e incaricate di fornire pezzi di ricambio, come l’assile montato dalla Cima e poi individuato come causa del ‘collasso’ per via di una ‘rigenerazione’ eseguita troppo velocemente. Solo Joachim Lehmann, il supervisore di un’officina di Hannover, ha ottenuto un nuovo giudizio senza nessuna ‘colpa’ accertata. Per Moretti, che ha rinunciato alla prescrizione in appello nonostante la condanna a sette anni riportata in primo grado e poi confermata dalla Corte di Appello di Firenze il 20 giugno 2019, l’appello bis dovrà riaprire il dibattimento e la sua posizione sarà valutata nel merito, come quella dell’ex ad di Rfi Michele Elia. “E’ stato ridimensionato radicalmente il verdetto dei magistrati fiorentini: la Cassazione ha emesso un dispositivo molto complesso ma ad una prima lettura emerge subito che è stato colpito in modo profondo l’impianto delle accuse e delle responsabilità”, ha commentato a caldo il professor Franco Coppi.
Segui Vivere Informati anche su Facebook e Twitter per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie dall’Italia e dal mondo
Inoltre, sono stati annullati i risarcimenti per le 22 associazioni che si erano costituite parte civile, ma rimane in piedi una chance per Medicina Democratica e Cittadinanzattiva.
Fuori dalla Cassazione erano presenti i familiari delle vittime che sono arrivate a Roma per il verdetto, nonostante il Coronavirus. “Allora i giudici di Firenze hanno sbagliato tutto e vanno licenziati – ha detto Luciana Beretti che ha perso il figlio trentenne Federico Battistini, insieme alla giovane moglie e ai suoceri nella notte dell’incendio – e dunque quello successo non è un incidente, e che cosa è? Mio figlio bruciato vivo, me lo hanno ridato avvolto da un lenzuolo, non si poteva nemmeno vestire”. “Se così fosse confermato è una giornata nera. Noi speravamo nella giustizia. E’ chiaro che dobbiamo capire con i nostri avvocati cosa è successo. Ci sono state due sentenze che hanno lavorato per portare quello che è un giudizio nel merito della legge, tutto quello che sono i documenti, i periti, tutto quello che è stato fatto per far emergere la verità dei fatti. Periti da tutta Italia e Europa sono venuti a raccontare lo stato delle ferrovie. Oggi si scrive una parola triste perché nuovamente la parola prescrizione torna in un processo così importante per il Paese” ha concluso Marco Piagentini, dell’associazione Il Mondo che vorrei onlus, che riunisce familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 commentando la Cassazione.
Fonte:ANSA, Antimafiaduemila
In foto: protesta in piazza a Firenze del presidio dell’associazione “il mondo che vorrei” che riunisce i familiari delle vittime della strage di Viareggio © Imagoeconomica
1 thought on “Strage stazione di Viareggio: la vergogna della prescrizione”
Comments are closed.