Dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta del Texas di citare in giudizio quattro stati (Michigan, Georgia, Pennsylvania e Wisconsin) per aver certificato le elezioni presidenziali per il democratico Joe Biden in violazione della Costituzione degli Usa sembra concludersi la battaglia legale dei repubblicani per ribaltare il risultato delle elezioni, che Trump si rifiuta di accettare, ma si inasprisce seriamente la contesa politica con i democratici.
Trump, in risposta alla sentenza, ha pubblicato un video in cui descrive i risultati come fraudolenti e invita i suoi sostenitori a chiamare i loro rappresentanti nei parlamenti statali in modo che oggi 14 dicembre, quando il Collegio elettorale si riunisce diano il voto a lui e non a Biden.
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I delegati si riuniranno nelle capitali degli Stati in un clima di massima tensione e minacce (nel Michigan è stato offerto loro di farsi scortare dalla polizia per entrare nell’edificio) per confermare la vittoria del candidato democratico già vice di Obama.
Il caso Texas vs. Pennsylvania ha acquisito negli ultimi giorni un alto profilo politico. Altri 17 Stati avevano deciso di sostenere il ricorso texano.
In serata, udita la decisione, il Partito Repubblicano del Texas ha risposto con minacce secessioniste: “Forse gli Stati che obbediscono alla legge dovrebbero unirsi e formare un’unione di Stati che obbediscono alla Costituzione”. Gli avvocati repubblicani di altri Stati, che si definiscono rappresentanti della ‘Nuova California’ e del ‘New Nevada’, hanno presentato le proprie note a sostegno della mozione del Texas.
Fonte: Antidiplomatico
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