L’UAV è stato abbattuto nella città di Raska, vicino alla provincia contesa del Kosovo. Si testano le difese serbe prima di una nuova escalation militare che l’Europa si autoinfliggerà proprio all’interno dei suoi confini? Speriamo di no
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Le difese aeree serbe hanno abbattuto un drone vicino al confine con il Kosovo, ha annunciato mercoledì il governo di Belgrado.Secondo alcune fonti non ancora confermate pare che l’UAV fosse di tipo commerciale.
L’incidente arriva il giorno dopo che il presidente Aleksandar Vucic ha emesso un ordine di sparare a vista per qualsiasi UAV che violi lo spazio aereo serbo.
L’esercito serbo ha affermato in una dichiarazione che il drone è stato rilevato e seguito nel cielo sopra la guarnigione Raska e proveniva dalla direzione del monte Kopaonik, aggiungendo che l’UAV è stato “abbattuto usando misure di disturbo elettronico”.
“I cieli sopra la Serbia sono al sicuro”
ha dichiarato nella serata di oggi ai giornalisti il ministro della Difesa Milos Vucevic.
“Non abbiamo usato cannoni ma le più moderne apparecchiature [elettroniche]”
ha aggiunto Vucevic.
“Questo dimostra che siamo seri. Non minacciamo nessuno ma siamo determinati a proteggere la Serbia e la sua libertà e indipendenza”.
Secondo il quotidiano Vecernje Novosti, il drone è caduto da qualche parte sul monte Kopaonik. Le squadre di ricerca militari prevedono di localizzarlo prima di giovedì mattina. Sempre i militari sono stati chiari nel ribadire che “secondo gli ordini permanenti del presidente e del comandante in capo, l’esercito serbo continuerà ad abbattere tutti gli UAV che entreranno in uno spazio aereo limitato o si avvicineranno alle installazioni militari”.
Il presidente Vucic ha reso esecutivo l’ordine dopo che si era reso necessario che due intercettori MiG-29 fossero schierati contro diverse UAV avvistati sopra la base militare di Raska nelle scorse ore.
Ricordiamo che la regione del Kosovo è stato occupato dalla NATO nel 1999 e ha dichiarato l’indipendenza nel 2008 con il sostegno degli Stati Uniti. Belgrado rifiuta di riconoscere la provincia separatista, posizione sostenuta da Russia e Cina.
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Fonte foto: © Global Look Press