Il presidente Joe Biden potrebbe non vantarsi come il suo predecessore di “rubare il petrolio” nel nord-est della Siria, ma ha comunque continuato tranquillamente la politica di Washington di contrabbandare oro nero fuori dal paese. Inoltre, i media siriani hanno riferito di un aumento degli episodi di coinvolgimento degli Stati Uniti nel furto e nell’esportazione illegale di grano basilare per la produzione del pane.
Quattordici camion carichi di grano da due silos nella campagna di Hasakah sono stati portati illegalmente fuori dalla Siria in Iraq utilizzando il valico di frontiera di al-Waleed, ha riferito l’ agenzia di stampa araba siriana, citando fonti locali.
Secondo l’agenzia di stampa, il grano proveniva da silos nelle città di Tal Alou e Yarubiyah, note come le principali riserve locali di prodotti alimentari. SANA ha attribuito il furto alle “forze di occupazione statunitensi”, e alle milizie alleate delle forze “democratiche” siriane a guida curda.
La scorsa settimana è stato riportato che 12 veicoli che trasportavano grano si sono diretti in Iraq utilizzando il valico di frontiera di Semalka.
Il 28 marzo invece sono stati circa 38 camion i carichi di grano inviati in Iraq attraverso il valico di al-Walid. Secondo quanto riferito, altri diciotto camion di cereali sono stati portati fuori via Semalka la stessa settimana.
Segui Vivere Informati anche su Facebook, Twitter e Instagram per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie dall’Italia e dal mondo
I media locali hanno riferito di un forte aumento del contrabbando di prodotti alimentari da gennaio, l’amministrazione Biden sembra aver cambiato la tattica precedentemente utilizzata. Ricordiamo che la strategia applicata in origine era quella di incendiare i raccolti alimentari per impedire che venissero raccolti.
La crescente pressione sulle forniture alimentari del paese arriva mentre gli Stati Uniti ed i loro alleati curdi continuano a occupare fino al 90% delle regioni produttrici di petrolio della Siria.
La Siria non è mai stata una grande potenza petrolifera prima del 2011, ma le forniture che aveva sono state sufficienti per garantire l’indipendenza energetica e pernfar guadagnare al paese “un reddito” attraverso le esportazioni. L’Italia , per esempio, era un paese importatore di petrolio siriano.
La Siria ha un disperato bisogno di fonti di reddito per riparare i 400 miliardi di dollari stimati di danni causati dal conflitto sostenuto dall’estero, ma le sanzioni statunitensi ed europee, combinate con l’occupazione dei principali giacimenti petroliferi della Repubblica araba da parte di Washington, rendono difficile la ricostruzione.
Fonte: Antidiplomatico