Di Giorgio Bongiovanni
Non sarà stato colpito dal Coronavirus (il tampone ha dato esito negativo), ma il Presidente Usa Donald Trump continua, nei suoi interventi sibillini, a offendere il resto del Mondo, in particolare l’Italia e l’Europa. Aveva iniziato qualche giorno fa, dopo aver annunciato il blocco di tutti i voli verso l’area Schengen (mantenendo però i collegamenti con la “vicina” Gran Bretagna), parlando di “virus straniero nella storia moderna”. Certo quell’aggettivo, “straniero”, era utile a sottolineare che la pandemia (come l’ha certificata l’Oms) abbia avuto origine dalla Cina, ma era evidente che l’accusa era rivolta all’Unione Europea. “L’Ue – aveva detto il Presidente – ha fallito nel prendere le stesse precauzioni e restrizioni dei viaggi dalla Cina e da altri punti caldi. Come risultato, un ampio numero di nuovi centri di contagio negli Stati Uniti sono stati seminati dai viaggiatori dall’Europa”. Oggi è nuovamente intervenuto presentando la sua solita arroganza “made in Usa”: “Vinceremo e lo faremo più velocemente di quanto pensa la gente… stiamo facendo bene, vogliamo sbarazzarci del virus con il minor numero di morti possibile. Non vogliamo finire come l’Italia”. Un discorso, quello effettuato nell’ormai consueto briefing con la task force anti Coronavirus, volto a mostrare i muscoli di un Paese che si crede superiore a qualsiasi altro e che ha permesso a Wall Street di “volare” verso un trend positivo (il Dow Jones avanza del 4,64%, lo S&P del 6% e il Nasdaq del 6,40%), contrariamente alle borse del resto del globo. Ci sarà anche un oceano di distanza tra l’America del Nord e l’Europa ma è chiaro che il mondo, come ha ricordato ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, guarda al “modello italiano” nel contrasto alla diffusione al virus, ma anche per la risposta economica.
I parametri europei possono saltare di fronte l’emergenza e l’economia mondiale dovrà adeguarsi.
Di fronte all’emergenza il Presidente Usa dovrebbe pensare a risolvere i tanti problemi sanitari del proprio Paese, dove i tamponi scarseggiano, costano troppo e non sono accessibili a tutti. Per il buffone Trump, che fino a qualche settimana addietro minimizzava sulla diffusione del virus, tutto passa dal denaro.
E non è un caso che, come riportato da Die Welt, gli Stati Uniti avevano proposto alla società farmaceutica tedesca privata CureVac, che sta sviluppando un vaccino contro Covid-19, la cifra di un miliardo di dollari per acquisire il diritto a industrializzare e quindi a vendere in via esclusiva, il prodotto una volta disponibile e conclusi i test. Dagli Stati Uniti hanno cercato di smentire la notizia di quella richiesta con metodo corruttivo-mafioso, ma sul punto è immediatamente intervenuto il ministro dell’economia tedesco, Peter Altmaier che ha ribadito un concetto semplice: “La Germania non è in vendita”.
Le parole tra le righe del buffone Usa sono un’offesa all’arte, alla bellezza, alla poesia, alla storia, alla cultura e allo Stato di diritto millenario europeo.
Il grande attore Robert De Niro, in un’intervista dello scorso novembre su Vanity Fair, all’indomani del ritorno al cinema nell’acclamato film The Irishman, aveva dichiarato: “Viviamo tempi strani, e l’imbecille qui in America di certo non aiuta… Io preferisco non chiamarlo neppure ‘presidente’, perché non è in grado di farlo, non ha alcun titolo. È un buffone. Se verrà rieletto diventerà davvero pericoloso, perché a quel punto non avrà più freni. Darà la grazia a chi vuole, se la darà da solo. All’inizio pensavo avesse un minimo di buonsenso, uno straccio di nozione morale. E invece no, è totalmente amorale, non possiede una bilancia etica. Trump è un pericolo per questo Paese e per il mondo”. Anni fa aveva dichiarato di volerlo prendere “a pugni in faccia”. Gli americani dalla schiena dritta e che hanno a cuore i valori più alti della democrazia dovrebbero fare lo stesso.
Quindi taccia, il buffone Trump. E se proprio deve parlare guardi all’esempio di altri Presidenti del passato. Da Lincoln a Obama non mancano i riferimenti.
Tratto da: Antimafiaduemila