Di Stefania Limiti
Finalmente il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato la Direttiva che dispone la declassifica e il versamento all’Archivio centrale dello Stato di tutti i documenti relativi all’Organizzazione Gladio e alla Loggia massonica P2. La questione era stata affrontata già dal governo precedente ed era in dirittura d’arrivo, ma poi è noto cosa accadde.
Si tratta di una iniziativa che allunga l’elenco degli eventi stragisti previsto dalla precedente Direttiva del 2014 – Piazza Fontana a Milano (1969), Gioia Tauro (1970), Peteano (1972), Questura di Milano (1973), Piazza della Loggia a Brescia (1974), Italicus (1974), Ustica (1980), Stazione di Bologna (1980), Rapido 904 (1984) – in base alla quale gli Organismi di intelligence e le Amministrazioni centrali dello Stato devono versare all’Archivio di Stato i documenti in loro possesso su quei fatti. Una Direttiva molto ben accolta dal mondo delle associazioni e della ricerca ma assai deludente per molti aspetti, perché nessuno conosce cosa ci sia nei cassetti dei ministeri: se un fascicolo non porta come titolo una delle stragi dell’elenco non viene neanche aperto.
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Ilaria Moroni, direttrice dell’Archivio Flamigni, racconta che addirittura una delle conseguenze della Direttiva è lo spacchettamento dei dossier perché tutto ciò che non rientra in quelle materie è fuori dalla declassificazione.
Da questa incredibile criticità è nata la consapevolezza che argomenti nient’affatto secondari come Gladio e la P2, anzi diremo il cuore della strategia della tensione, erano stati di fatto esclusi dalla iniziativa di dare pubblicità ai documenti. Come sia stata possibile questa assoluta incongruenza non è chiaro: ci si possono vedere cattive intenzioni oppure no, forse solo la frettolosa e burocratica applicazione di un criterio. Le Associazioni presenti nella commissione istituita dalla Direttiva del 2014 segnalarono l’enorme contraddizione e di lì l’iniziativa che ha trovato un esito felice nella direttiva Draghi.
Tutto bene dunque? A voler essere ottimisti, qualsiasi atto che porti alla liberalizzazione di documenti relativi alla nostra tragica storia è un fatto positivo. Ora c’è da augurarsi che il versamento delle carte avvenga rapidamente e in blocco, ma il punto è: chi sceglierà cosa versare? La faccenda insomma non si chiude qui. E sarebbe davvero molto importante che un team di personalità indipendenti e al di sopra delle parti fosse messo nelle condizioni di mettere il naso dentro quei cassetti, di dirci cosa c’è e cosa non c’è negli armadi dei nostri Ministri o dei Servizi. Perché è davvero tempo di mettere a disposizione di tutti, degli studiosi e degli inquirenti innanzitutto, tutte quelle informazioni che possano contribuire a scrivere quella storia della Repubblica italiana che ancora manca. La storia dei poteri occulti.
Fonte: IlFattoQuotidiano, Antimafiaduemila
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