Pompeo da Netanyahu, uno stop all’espansione di Pechino”
“Dmitry, il trentenne agente del GRU ruba i segreti dei nemici del Cremlino”
“La rabbia di Merkel ‘Prove schiaccianti le mie email hackerate dai russi’”
“La sindrome di Hong Kong il ritorno delle proteste fa scappare gli intellettuali”
“L’irrefranabile voglia dello zar di entrare nelle vite degli altri”
Questi sono solo alcuni articoli apparsi ieri su Repubblica e La Stampa. Lucide follie sinofobiche e russofobiche del blocco mediatico Fiat che hanno come obiettivo quello di mascherare il fatto che, nel momento dell’emergenza più grande della storia d’Italia dal dopoguerra, quelli che loro descrivono come “nemici” erano in prima linea con noi e quelli che descrivono come “alleati” erano assenti non giustificati, se non a volte veri e propri ostacolatori.
Non commentiamo questi articoli, bastano i titoli e non vale la pena offendere ulteriormente la vostra intelligenza. Ci concentriamo però sull’intervista, sempre su Repubblica, del segretario della Nato, Jens Stoltenberg, dal titolo “Con il virus Russia e Cina vogliono destabilizzare l’occidente” a cura di Alberto d’Argenio.
Basterebbe in realtà anche qui non andare oltre il titolo. Ma è davvero interessante riportare la totale imparzialità delle domande del corrispondente a Bruxelles del quotidiano Fiat affinchè comprendiate il livello raggiunto dal fondamentalismo atlantista dell’informazione di Repubblica.
Ve le riportiamo:
“E’ preoccupato della propaganda di Cina e Russia legata agli aiuti all’Italia contro il coronavirus?”
“Pensa che sia un (in?) corso un tentative di Mosca e Pechino di influenzare il dibattito di partner di Nato e Unione Europea per indebolirne la democrazia e destabilizzare l’ordine mondiale?”
“Questa propaganda è riconducibile ai governi di Xi Jinping e Vladimir Putin”?
“Dietro c’era la mano del Cremlino?”
“La missione dalla Russia con Amore è stata trasformata da(l) Mosca in una operazione di propaganda: ritiene che il governo Conte abbia sbagliato ad accettare l’aiuto di Putin contro il Covid?”
“L’Italia può essere una preda più facile per il tentative di Pechino e Mosca di allargare la propria influenza dentro la Nato?”
E ci fermiamo qui. A parte i refusi, è chiaro che le risposte del segretario della Nato diventano inutili assensi alle affermazioni di pura propaganda dell’inviato del quotidiano della Fiat. Se questo è giornalismo o servilismo ad uno dei poteri sovranazionali che dall’esterno determinano (veramente) le decisioni dell’Italia lo lasciamo giudicare a voi. Noi ci soffermiamo, brevemente, su quello che non trovate scritto nell’intervista.
Repubblica (Stoltemberg) non scrive quale sia la disinformazione che Russia e Cina hanno diffuso in Italia. Neanche un esempio concreto. E’ tanto chiedere a questi giornali di riportare casi a sostegno di questa teoria complottista?
Repubblica (Stoltenberg) non scrive quali siano gli atti destabilizzanti che Russia e Cina hanno diffuso in Italia. Neanche un esempio concreto. E’ tanto chiedere a questi giornali di riportare casi a sostegno di questa teoria complottista?
Repubblica (Stoltenberg) non scrive quali siano gli aiuti che la Nato avrebbe inviato all’Italia nel momento drammatico dell’emergenza ad inizio marzo. Neanche un esempio concreto.
Repubblica (Stoltenberg) non scrive dell’ospedale di campo trasferito da Taranto in Lussemburgo e non “dai fratelli Bergamaschi” come denunciato dal sindaco della città pugliese del Pd indignato. A dimostrazione che non solo la Nato è stata assente ingiustificato nel momento di massima emergenza del nostro paese, ma ci ha ostacolato preferendo il piccolo paradiso fiscale.
Ma Repubblica (Stoltenberg) scrivono e diffondono, quello si, la bufala trumpiana del virus scappato in laboratorio. A modo loro con il detto e non detto:
“Ma restano aperte alcune questioni e pertanto sostengo la richiesta di una valutazione internazionale che faccia chiarezza…” scrive Stoltenberg (Repubblica).
Ieri in un articolo di delirio russofobo che abbiamo commentato, Garimberti sempre sulle pagine di Repubblica compiva un autogol clamoroso riproponendo parte di un libro di Bittner su come opera la disinformazione. “Ogni messaggio di disinformazione deve corrispondere in parte alla realtà o almeno a un’opinione generalmente condivisa”. La frase di Bittner è quella che meglio descrive l’opera di D’argenio (Stolteberg) di oggi.
Il blocco mediatico Fiat (Repubblica e La Stampa) ha deciso di cavalcare la propaganda sinofobica di Trump (e quindi di Salvini e Meloni) che significa una crociata fino alle conseguenze più estreme e catastrofiche. Trump lo sta facendo per la sua rielezione tra un anno e per mascherare la gestione drammaticamente fallimentare – a proposito quando un articolo del blocco Fiat sul numero dei morti negli Stati Uniti? – sull’emergenza Covid. Ma la domanda a cui dovete pretendere una risposta è: Repubblica perché lo fa?
P.s. Quando il blocco mediatico Fiat romperà la sua auto-censura sull’invasione di mercenari terroristi che dalla Colombia e alla presenza di due statunitensi riconducibili ad un’agenzia direttamente collegabile a Trump e Guaidò hanno tentato l’invasione (L’INVASIONE!) del Venezuela?
Tratto da: L’Antidiplomatico
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