A Ceuta e Melilla, le due enclave spagnole nel nord del Marocco, è crisi migratorie perché le autorità di Rabat hanno consentito a circa 6mila migranti di superare il confine in risposta alla decisione della Spagna di accogliere (in segreto) il leader del Fronte Polisario bisognoso di cure.
La crisi di Ceuta ha scatenato il massimo allarme nel governo di Pedro Sánchez. Il leader socialista di Madrid non ha nascosto la gravità della crisi definita come “insolita”, ma ha evitato di attaccare direttamente il Marocco. Al contrario ha invitato Rabat a risolvere la situazione partendo “dal rispetto dell’integrità territoriale”.
“L’integrità territoriale dei confini di Ceuta e Melilla, anch’essi appartenenti all’UE, sarà difesa dal governo spagnolo in ogni momento, in qualsiasi circostanza e con tutti i mezzi necessari”, ha poi aggiunto Sánchez, secondo quanto riferisce El Pais.
Il Governo non vuole parlare pubblicamente delle cause di questa crisi e rifiuta di collegare la reazione del Marocco alla decisione della Spagna di ospitare, per motivi umanitari, secondo l’Esecutivo, il leader del Fronte Polisario, Brahim Gali, ricoverato in un ospedale di Logroño.
Arriva l’esercito
Madrid intanto invia le forze armate. Diverse unità dell’esercito sono state schierate a Ceuta per aiutare a controllare le strade della città dopo l’ingresso di circa 6.000 immigrati, la maggior parte dei quali marocchini. L’arrivo di persone che a nuoto e a piedi è stato costante per tutto il lunedì e continua anche questo martedì.
L’ingresso di 6.000 migranti irregolari in un solo giorno è un evento senza precedenti in Spagna. Nemmeno nei momenti di maggiore pressione migratoria sono state raggiunte cifre simili. Il record più recente è stato battuto nel fine settimana del 7 e 8 novembre alle Isole Canarie, quando 1.500 persone sono entrate in un solo giorno e quel fine settimana sono sbarcati quasi 2.200 migranti. Il massiccio ingresso di marocchini, dovuto alla volontà delle forze di sicurezza della gendarmeria marocchina, avviene in un contesto di tensione diplomatica con il Marocco.
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Rabat è infuriata con la Spagna per il ricovero in un ospedale di Logroño del leader del Fronte Polisario e presidente della Repubblica Araba Democratica Saharawi (SADR), Brahim Gali, 73 anni e affetto da Covid-19, come affermato in precedenza Il ministero degli Affari Esteri di Madrid ha giustificato l’accoglienza del leader saharawi, richiesta dall’Algeria, “per ragioni strettamente umanitarie”, ma il Marocco ha considerato il gesto una decisione “premeditata” e presa “alle spalle di un partner e vicino”.
Caccia al migrante
C’è da dire che la Spagna non è mai andata per sottile con i migranti provenienti dal Marocco. Diverse sono state le accuse negli anni piovute sul capo di Madrid accusata di non rispettare i diritti umani dei migranti.
Adesso la polizia ha avuto ordine di andare a rastrellare i clandestini nelle enclave.
Alcuni utenti social, inoltre, fanno notare inoltre che le autorità spagnole starebbero anche effettuando rimpatri immediati di migranti minorenni. Una pratica vietata dall’articolo 35 della Legge sull’Immigrazione spagnola.
Ambiguità mainstream
La Spagna ha inviato le forze di sicurezza per ristabilire il controllo della situazione come ogni Stato degno di tal nome dovrebbe fare. Qui emergono tutte le ambiguità del circuito informativo mainstream. In questo caso i principali media si limitano a fotografare la situazione. Mentre se si trattasse di governi scomodi, populisti, non europeisti o liberisti sarebbe partita la campagna umanitaria per i diritti dei migranti.
Tratto da: Antidiplomatico
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