C’è chi isola solo i compagni di banco dei positivi e chi estende il provvedimento all’intera classe. Le Regioni vanno in ordine sparso
Il ritorno a scuola ha reso ancora più evidente il problema. Dopo neanche due settimane dall’inizio delle lezioni in presenza è già boom di classi in Dad. Si calcolano circa 15 mila studenti già costretti alle lezioni da casa. Ma il problema è che ogni Regione segue regole sue e i genitori – si legge su Repubblica – chiedono chiarezza e regole univoche. Quando viene segnalato un alunno positivo, – prosegue Repubblica – la risposta non è mai la stessa: dipende dai protocolli delle Regioni, diversi uno dall’altro. Di più, la casistica d’intervento si moltiplica tra gli stessi istituti scolastici. Decide l’Asl interessata all’intervento, secondo le regole interne. I genitori hanno una certezza: “Così la scuola in presenza non tiene”.
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I presidi e le famiglie – prosegue Repubblica – vorrebbero sapere che cosa succede con le classi dove si scopre un contagio. Facciamo come in Veneto? A casa solo il positivo? Vanno a casa solo il positivo e il suo compagno di banco? E quando risultano positivi i professori? La questione, che si propone dall’anno scolastico 2019-2020, aggiunge stress all’avvio di questa stagione scolastica, meno convulsa dell’anno scorso in quanto a cattedre e supplenze, ma tutt’altro che perfetta. Se sono oltre 300 in Dad in quattro regioni, una provincia autonoma e quattro città del Nord, è lecito stimare che il numero nazionale viaggi tra 600 e 1.000. Fanno almeno 15.000 studenti. Dal ministero della Scuola però non viene fornito un dato preciso.
Tratto da: Affariitaliani