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Il Cremlino ha annunciato nella giornata di oggi che qualsiasi espansione delle infrastrutture militari della NATO in Ucraina, cioè vicino ai confini della Russia, attraverserebbe una delle “linee rosse” del presidente Vladimir Putin. Anche la Bielorussia ha affermato di che tale azione della Nato rappresenterebbe una minaccia non ignorabile e sarebbe pronta ad agire in collaborazione con la Russia. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha accusato gli Stati Uniti di aver creato basi militari che svolgono funzione di centri di addestramento in Ucraina. Lukashenko ha inoltre affermato di aver discusso la questione con Putin. “È chiaro che dobbiamo adottare contromisure… (Abbiamo) convenuto che dobbiamo prendere qualche tipo di misura in risposta”, ha dichiarato Lukashenko all’agenzia di stampa RIA.
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La scorsa settimana l’Ucraina, nonostante non faccia parte dell’alleanza atlantica, ha iniziato esercitazioni militari congiunte con le truppe degli Stati Uniti e di altri membri della NATO, mentre Russia e Bielorussia hanno tenuto in risposta esercitazioni su larga scala.
La Russia si oppone fermamente all’idea dell’adesione dell’Ucraina alla NATO. Alla domanda a quali azioni congiunte si riferisse Lukashenko, il Cremlino ha risposto: “Si tratta di azioni che garantiranno la sicurezza dei due paesi”. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha respinto l’idea di una “linea rossa” russa al di fuori dei confini della Russia e affermando che il governo ucraino andrà avanti per la propria strada. Il rischio di una escalation della tensione nella regione, che coinvolgerebbe immediatamente tutta l’Europa e il mondo, è seriamente probabile in futuro molto prossimo.
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Foto: Gleb Garanich/File Photo