Spirano forte i venti di guerra contro la Russia in Ucraina dove aumentano le provocazioni di Kiev nei confronti delle autoproclamate Repubbliche Popolari del Donbass. Ma il presidente russo Vladimir Putin ha chiarito che Mosca non permetterà all’Occidente di usare le repubbliche dell’ex Unione Sovietica contro la Federazione Russa e impedirà l’uso della forza contro il popolo del Donbass, dove sono molti cittadini hanno passaporti russi.
Le autorità di Kiev hanno deciso di alzare la posta rafforzando la presenza militare vicino ai confini delle repubbliche separatiste, con il presidente Zelensky che afferma che l’accettazione dell’Ucraina nella NATO è l’unica via d’uscita dalla crisi militare.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha affermato che la situazione è “instabile” ed evidenziato che le ostilità su vasta scala potrebbero riprendere.
“Se una guerra civile e ostilità su vasta scala riprenderanno vicino ai nostri confini, ciò rappresenterà una minaccia per la sicurezza della Federazione Russa. Il presidente Putin ha già affermato in precedenza che in caso di ripresa delle ostilità e di una potenziale ripetizione di una catastrofe umanitaria simile a quella di Srebrenica, tutti saranno danneggiati. E tutti i paesi, inclusa la Russia, adotteranno misure per evitare che simili tragedie si ripetano”, ha sottolineato Peskov.
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Gli accordi di pace di Minsk, firmati nel 2015, stabiliscono la conservazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina in cambio della concessione di uno status speciale per i madrelingua russi, nonché il decentramento dello status speciale nelle regioni e il ritiro degli armamenti pesanti dalla linea di contatto.
Il portavoce del Cremlino in un’intervista televisiva ha poi aggiunto che Mosca non è parte del conflitto ucraino e non accetterà la possibilità di una guerra. Nel commentare la dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin secondo cui la Russia non rinuncerà al Donbass, anche se questo potrebbe innescare una guerra, Peskov ha dichiarato: “Certo, nessuno si muoverà verso la guerra e nessuno vorrebbe arrivare a un conflitto”.
Aggiungendo però che “la Russia ha sempre detto che non rimarrà indifferente al destino dei cittadini di lingua russa, che vivono nel sud-est del Paese”.
La situazione nel Donbass si è deteriorata alla fine di febbraio, nonostante gli accordi su misure supplementari per garantire il cessate il fuoco raggiunto il 22 luglio 2020. Sono ripresi i bombardamenti intensivi sulla linea di contatto. Entrambe le parti hanno riportato vittime, anche tra la popolazione civile.
Tratto da: Antidiplomatico
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