“David Rossi è stato ucciso”. Due perizie ribaltano il caso

“David Rossi è stato ucciso”. Due perizie ribaltano il caso

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Le conclusioni degli esperti alle “Iene”: il manager Mps fu lasciato cadere da una finestra. Le ferite mai viste prima

Di Felice Manti

«David Rossi è stato ucciso». I sospetti dei familiari del manager Mps morto in circostanze strane la sera del 6 marzo 2013 trovano conferma in due nuove perizie inedite, rese note dalle Iene in onda ieri sera: una medico-legale e una fisico-balistico che, seppur fatte a distanza da due luminari che non si conoscono, portano alla stessa ricostruzione dei fatti e potrebbero riscrivere il caso. David Rossi sarebbe stato aggredito prima di volare da una finestra perché qualcuno che lo teneva per un polso lo ha fatto cadere. Quello del capo della comunicazione di Mps da subito fu considerato dai magistrati un suicidio, maturato nel clima di tensione per le indagini sulla banca. Ma è fallita la caccia ai miliardi spariti in un’alchimia contabile a base di derivati mascherati da titoli di Stato, l’ex presidente Giuseppe Mussari è stato assolto da tutte le accuse mosse dalla Procura di Milano, mentre i salvataggi dell’istituto ci sono costati altre decine di miliardi.

Eppure una serie di indagini come l’acquisizione di tabulati e celle intorno agli uffici Mps non sono mai state fatte, né si è seguita la pista del possibile omicidio legato ai famigerati festini gay della Siena bene, a cui avrebbero partecipato anche alcuni magistrati della Procura, come raccontò ad Antonino Monteleone delle Iene l’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini. Tutto archiviato, finora.

E invece la mole di prove raccolta dalla commissione parlamentare presieduta dall’ex membro del Csm Pierantonio Zanettin conferma i sospetti di un possibile depistaggio, suffragato dalla testimonianza choc dell’ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena Pasquale Aglieco – che ha ammesso di essersi riconosciuto in uno dei partecipanti ai festini hard raccontati alle Iene da un giovane escort – contro i tre magistrati presenti sulla scena del delitto, Nicola Marini, Antonino Nastasi e Aldo Natalini. «Nastasi si è seduto sulla sedia che era di Rossi poi si è girato e attivato il computer… ha toccato il mouse. Dopo di che è stato svuotato il cestino sulla scrivania», dirà il colonnello in commissione. I fazzolettini sporchi di sangue che erano nel cestino sono stati distrutti per ordine del pm Aldo Natalini, senza essere mai analizzati. Tracce e indizi, trovati e poi persi, cancellati, come racconta l’inviato di Quarto Grado Pierangelo Maurizio nel suo libro Una storia sbagliata. Ma per la procura di Genova non c’è stata nessuna omissione e nessun abuso da parte dei colleghi senesi.

Quante balle ci sono state dette sulla morte di David Rossi? Il racconto del colonnello dei carabinieri in commissione

Cosa dicono le perizie

«Abbiamo finalmente degli elementi scientifici dichiarati da professionisti di primissimo piano nazionale che ci consentono di dire che la storia sulle reali cause della morte del dottor David Rossi va riscritta», dice a Monteleone l’avvocato Carmelo Miceli. Ma cosa dicono le perizie? Spiegano la compatibilità di alcune ferite mai analizzate né prese in considerazione in precedenza. David Rossi ha il fegato spaccato in tre punti, «tre grandi lacerazioni visibilissime ad occhio nudo» incompatibili con la caduta. È come se avesse ricevuto un pugno. E c’è un ematoma all’altezza del fegato, misura 10 per 7. Come un cazzotto o una ginocchiata, dice il referto firmato da Francesco Introna, il numero uno dei medici legali in Italia. Il corpo ha ecchimosi sullo zigomo incompatibile con la caduta né con uno sfregamento con la parete. Ha una lesione come ferita da «difesa attiva», come se stesse lottando e una «compressione sul polso dove teneva l’orologio».

Secondo la perizia balistica David probabilmente sarebbe stato trattenuto e sospeso fuori dalla finestra, e questo giustificherebbe proprio questa ferita. Se invece fosse stato attaccato alla sbarra della finestra, nel cadere avrebbe strusciato la parte del braccio. Queste escoriazioni David non le ha. Se n’è accorto il medico legale ma anche il perito che ha ricostruito la dinamica della caduta, Franco Gelardi dell’Università di Palermo. Se si immagina qualcuno che tiene David appeso fuori dalla finestra, quindi con un po’ di distanza rispetto al muro, questo può essere compatibile con come lo vediamo atterrare, quindi con il braccio sinistro alzato, il braccio destro in basso, completamente in verticale. Per non avere segni David teoricamente avrebbe dovuto tenersi aggrappato alla sbarra puntando i piedi sul muro, dandosi una piccola spinta per allontanarsi dal muro esterno ma così il corpo nella caduta avrebbe avuto una rotazione. Resterà agonizzante per almeno 20 minuti. Poteva essere salvato?

Tratto da: Il Giornale

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