“La riforma del Csm aveva due obbiettivi quello di dividere politica e giustizia, mentre il secondo dare una nuova legge elettorale al Csm per eliminare o ridurre il potere delle correnti. Con riguardo al primo profilo, adesso sembrerebbe venuta meno uno dei presupposti e cioè il fatto di impedire che chi fa politica arrivi direttamente nel Csm e questo non sembra corrispondere agli obbiettivi iniziali”. E’ così che si è nuovamente espresso il consigliere togato del Csm, Sebastiano Ardita, in un’intervista a SkyTg24, riguardo la nuova proposta di legge dell’autogoverno della magistratura. Secondo il magistrato riguardo il profilo della riduzione del potere delle correnti “il progetto non appare assolutamente utile a questo scopo anzi potrebbe finire per rafforzare nella misura in cui si vuol pensare a collegi piccoli territoriali con sistema sostanzialmente uninominale con possibilità di ballottaggio”. “Questo rafforza la struttura delle reti territoriali che sono la struttura portante delle correnti. – ha aggiunto – Quest’ultime sono delle realtà che nascevano come momenti di reazioni ideali. Oggi esistono ancora magistrati che hanno questa dimensione ideale e sono molto pochi, mentre altri si aggregano in correnti per motivi clientelari. Qual è la base di questo potere clientelare? Sono i potentati territoriali che questa legge finisce per rafforzare”. Ardita ha poi spiegato di “capire le buone intenzioni”, ma questo porterebbe “all’effetto opposto e cioè un effetto disastroso nel ridurre il potere delle correnti. Io direi che una volta tanto si potrebbe azzerare questa situazione e fare una reset al sistema attraverso un sistema misto di elezione a sorteggio, quello che credono la maggior parte dei magistrati che non sono iscritti a correnti”. “Un sistema che per una volta tanto consentirebbe la possibilità di elezioni dei sorteggiati di scegliere i migliori, persone che si tengono professionalmente adeguate. – ha concluso il consigliere togato – Di impedire che sia già investito prima delle elezione qualcuno a diventare consigliere superiore. E’ questo il rischio che si corre con questa nuova legge”.
Tratto da: Antimafiaduemila