Una ricerca su “Gli italiani e il lavoro dopo la grande emergenza” è stata realizzata dalla Fondazione studi consulenti del lavoro.
Secondo questo studio, le restrizioni hanno causato una riduzione di reddito per 7,5 milioni di lavoratori, con la conseguenza che più della metà delle famiglie italiane si trova in seria difficoltà a sostenere le spese quotidiane. E sullo sfondo si delinea l’incubo della fine del blocco dei licenziamenti adottato lo scorso anno.
La ricerca segnala come ci siano ancora 1,8 milione di occupati che non lavorano, perché interessati da sospensioni di attività o cassa integrazione.
Ed anche sul futuro le previsioni non sono positive.
Circa un milione tra lavoratori dipendenti e autonomi, è convinto di perdere la propria occupazione nei prossimi mesi (rispettivamente 620 mila dipendenti e 400 mila autonomi circa). A questo numero, si aggiungono 2,6 milioni di dipendenti che vedono a forte rischio il proprio futuro lavorativo sull’onda del prossimo sblocco dei licenziamenti che fino ad oggi ha agito come ammortizzatore sociale.
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Ma è sui redditi da lavoro che la situazione si è fatta molto pesante. Sarebbero circa 7,5 milioni le lavoratrici e i lavoratori che hanno registrato una riduzione dei propri redditi. Entrando nel dettaglio, il 32,5% degli occupati ha infatti registrato una diminuzione delle entrate che, nel 16,1% è stata tra il 10-30%, per il 10,8% superiore al 30%, mentre solo per il 5,6% si è fermata su valori più bassi.
“Il cedimento dei redditi”, sottolineano dalla Fondazione dei Consulenti del Lavoro, “ha determinato comportamenti molto diversificati nella spesa delle famiglie, accrescendone per molti versi gli stessi effetti. La maggioranza (56,1%) ha infatti incontrato problemi nel far fronte alle spese quotidiane: problemi che, nel 44,2% dei casi hanno portato a tagliare consumi non di primaria necessità, nel 16,7% alla riduzione di quelli essenziali (salute, alimentari), mentre nel 4,4% a chiedere prestiti e indebitarsi”.
La ricerca evidenzia poi come ci siano delle differenze a seconda della tipologia di occupato che si va ad analizzare. ”Più della metà degli indipendenti (53,5%) ha registrato una diminuzione del proprio reddito da lavoro, nel 23,6% dei casi compresa tra il 10% e 30%, nel 15,8% tra il 30%-50% e per un lavoratore su dieci (9,7%) superiore al 50%”.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti “più di un quarto (27,1%) ha visto contrarre il proprio reddito, ma se si escludono i lavoratori della pubblica amministrazione, la percentuale sale al 31,7%”.
Tratto da: Contropiano
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