Alla fine dello scorso marzo il Governo ha approvato e dato il nulla osta alla realizzazione di una nuova maxi base militare, da realizzarsi nel parco di Coltano a Pisa. Ben 445mila metri cubi di cemento in un’area protetta da vincoli paesaggistici e ambientali, il tutto finanziato con i soldi del Pnrr. Sì, ma con quale capitolo? Ebbene, quello della transizione ecologica. Sono questi i progetti “green” di Draghi e Cingolani?
La petizione online
Appresa la notizia, l’opinione pubblica locale (e non) si è subito mossa con una petizione online per il blocco del progetto. In sole 24 ore l’appello contro il progetto di realizzazione di una base militare a Coltano (Pisa), nell’area del parco naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, ha raggiunto su Change.org oltre 30mila firme. La petizione è stata lanciata dalla docente dell’Università La Sapienza di Roma, Rossella Catanese, che ha evidenziato alcuni punti chiave nel testo, ovvero il fatto che la disposizione della realizzazione di una “struttura militare”, che ospiterà la sede del gruppo intervento speciale, del primo reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania e del centro cinofili, verrà finanziata con i fondi del Pnrr, definito nel testo del decreto “opera destinata alla difesa nazionale”.
Bufera su Draghi
La bufera si è subito scatenata tra l’amministrazione locale e vari esponenti politici contro Draghi, poiché sulla realizzazione della base di Coltano non c’è stata alcuna discussione pubblica. Il sindaco ha infatti rilasciato le seguenti dichiarazioni: «non ci può bastare un’informazione adeguata nei prossimi mesi, ma la comunità dev’essere coinvolta a pieno nella scelta: pur non essendo pregiudizialmente contrario agli insediamenti militari sul territorio pisano, ricordo che a Pisa c’è da tempo una proficua convivenza con le forze armate, motivo di vanto per la città, e comprendendo la ragion di stato per opere destinate alla difesa nazionale. mi faccio interprete dal sentimento della comunità nel dirmi contrario a quel tipo di intervento in un’area che ricade nel Parco naturale, nelle dimensioni annunciate di circa 70 ettari». A breve, il sindaco chiederà un incontro al Ministero della Difesa.
Il Draghistan
Dunque, la decisione su come, quando e perché debba essere realizzata una simile struttura in un’area protetta è semplicemente piovuta dall’alto, questo nonostante l’immenso impatto del progetto. Insomma, il classico metodo del Presidente del Consiglio, che sempre di più dimostra come consideri l’Italia il suo personale parco giochi: il Draghistan.
Tratto da: Il paragone.it
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