Marea nera, il Perù cita in giudizio e multa Repsol per il disastro ambientale irreparabile

Marea nera, il Perù cita in giudizio e multa Repsol per il disastro ambientale irreparabile

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Di Sabrina Del Fico

Il governo del Perù prova a fare una stima dei danni e chiama in giudizio il colosso petrolifero Repsol. Ancora da chiarire le cause dell’incidente che in un primo momento sembravano essere accreditate alle conseguenze dell’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai nell’arcipelago delle isole Tonga a migliaia di km di distanza, fatto poi smentito da diversi testimoni presenti nei pressi del luogo del disastro che affermano che le acque in quel momento erano tranquille.

Già la scorsa settimana il governo del Perù, nella persona del premier Pedro Castillo, aveva parlato della necessità di infliggere una punizione esemplare alla Repsol, responsabile di aver creato uno dei più grandi disastri ambientali della storia del Paese: ben 1.800.490 mq di spiaggia e 7.139,571 mq di mare sono stati contaminati dal greggio sversato; diverse decine di chilometri di costa hanno subito gravi danni ambientali; centinaia di animali sono morti, rimasti intrappolati nella melma del greggio; almeno 1.500 pescatori locali sono rimasti senza lavoro, impossibilitati a pescare in un’area tanto inquinata.

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Da parte sua, Repsol afferma di essere intervenuta tempestivamente nel tentare di arginare la perdita e di limitare i danni provocati dallo sversamento, attivando centinaia di persone che hanno ripulito le spiagge contaminate e mettendo a disposizione della guardia costiera macchine per la pulizia marina, serbatoi galleggianti e un’intera flotta navale per riparare il danno ambientale.

Ma non basta: oltre alla sanzione salatissima per disastro ambientale (si parla di più di 4 milioni di euro che Repsol dovrà dare al governo peruviano) le autorità del Paese hanno annullato la concessione data alla raffineria dove è avvenuto il disastro e hanno sequestrato la nave Mare Doricum – per il cui rilascio è stata richiesta una cauzione di 37,5 milioni di dollari. In un comunicato stampa, la Fratelli d’Amico Armatori S.p.A (società italiana proprietaria della nave) ha affermato di essere a disposizione delle autorità per determinare la causa dell’incidente e di essere attualmente ancorata in sicurezza al largo di Callao, senza segnalazioni di danni.

Tratto da: GreenMe

 

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