Ma cosa avrebbe fatto di diverso dalle tante immacolate società che, anche qui da noi, vendono informazioni commerciali la tenebrosa (secondo tutti i media italiani) società cinese Zhenhua “colpevole” di avere un Data base realizzato, non spiando tramite intercettazioni, bensì raccogliendo le notizie su Internet (“Le informazioni sono raccolte da un algoritmo che va a caccia di materiale online, ad esempio articoli di giornale e profili pubblici sui social network, e poi lo mette insieme per creare i fascicoli”).
Si direbbe non chiederselo nessuno tra i tanti giornalisti oggi intenti a strapparsi le vesti indignati che su 4544 nominativi italiani ben 2732 sono indagati o condannati per vari reati, soprattutto criminalità organizzata. E gli altri? “Tra le informazioni raccolte ci sono data di nascita, indirizzo, stato civile, educazione, fotografia, profili social, affiliazione politica, e altri dettagli. Di alcune persone, per esempio Renzi e Berlusconi, è ricostruita anche la rete di relazioni familiari, con nomi e dati dei parenti più stretti.” assicura Repubblica. Insomma, roba che si può trovare su qualsiasi rotocalco.
E per scoprire questo “inaccettabile spionaggio di Pechino” il “consorzio di giornali internazionali” va a trafugare il data base della società cinese Zhenhua? E dire che Julian Assange, per aver fatto qualcosa di simile, sta rischiando l’ergastolo.
Francesco Santoianni
Tratto da: L’Antidiplomatico
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