Alcune ONG e alcuni sindacati canadesi hanno chiesto al governo del loro paese di bloccare le esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita, il secondo più grande acquirente di armi non statunitensi di Ottawa e uno dei principali attori nella guerra dello Yemen. Tra i protagonisti principali emergono le filiali canadesi di Amnesty International e Oxfam, che hanno indirizzato al primo ministro Justin Trudeau una lettera aperta, nella quale sottolineano la grave lesione di diritti etici ed umani che da anni si ripercuotono su popoli come quello yemenita.
Nonostante alcune richieste già inoltrate nel 2019 e ad inizio 2020, le esportazioni verso il regno saudita sono raddoppiate dal 2018, pur essendo il Canada un membro a pieno titolo del Trattato sul commercio di armi (ATT) del 2014 che richiede alle parti di garantire che i sistemi d’arma che vendono non violino gli embarghi sulle armi esistenti o siano utilizzati per violazioni dei diritti umani, compreso il terrorismo.
Tra le motivazioni che stanno alla base di questa lettera aperta, vi sarebbe la segnalazione del Canada nel rapporto della scorsa settimana del gruppo di esperti del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno accusato “paesi terzi”, tra cui Canada, Francia, Iran e Stati Uniti, di incanalare armi ai belligeranti nello Yemen. La vendita di queste armi contribuisce chiaramente ad incentivare il conflitto che continua a discapito delle vite di numerosi civili indifesi.
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