Di FRANCESCA BIAGIOLI
Una nuova ricerca mostra come la regolamentazione sugli alimenti geneticamente modificati (OGM) così come sui nuovi alimenti (il cosiddetto novel food) sia diversa in tutto il mondo.
Lo studio, pubblicato dalla Food Standards Agency (FSA) ha esaminato le normative internazionali che riguardano gli alimenti geneticamente modificati così come il novel food, analizzando in particolare le differenze tra alcuni paesi.
Si tratta di Australia, Canada, Giappone e Stati Uniti per il novel food, mentre Argentina, Australia, Brasile, Canada e Stati Uniti sono stati studiati in termini di OGM confrontandoli con le normative dell’Ue.
Come si legge nel rapporto:
I nuovi alimenti e gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono soggetti a un’ampia variazione negli approcci normativi in tutto il mondo, con alcuni paesi che sono più aperti alla coltivazione e all’uso di OGM e sostanze nuove, mentre altri ad adottare un approccio più cauto e aver sviluppato norme specifiche, quadri normativi per controllare il collocamento di tali prodotti sui loro mercati. Inoltre, ci sono diverse definizioni e classificazioni applicate in diverse parti del mondo ad entrambe le categorie.
Per quanto riguarda gli alimenti geneticamente modificati, i sei mercati esaminati presentano differenze sostanziali nel modo in cui gli OGM e i prodotti derivati da OGM sono regolamentati.
Una differenza significativa è che l’Ue e l’Australia pongono l’accento sul processo utilizzato per arrivare al prodotto mentre Argentina, Canada e Stati Uniti si concentrano sul prodotto finale e il fatto che il focus sia sul prodotto finale piuttosto che sui processi utilizzati per realizzarlo consente un approccio flessibile ad accogliere nuove tecniche.
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L’approccio australiano si affida al Regolatore per rivedere periodicamente gli elenchi delle tecniche che generano o non generano OGM. Il sistema normativo nell’Ue , invece, a seguito della sentenza della Corte di giustizia del 2018, ha assicurato che tutti gli organismi ottenuti con nuove tecniche di mutagenesi siano automaticamente considerati OGM in quanto le tecniche e i metodi di mutagenesi alterano il materiale genetico di un organismo in un modo che non si verifica naturalmente.
Altra particolarità importante riguarda Canada e Stati Uniti che non hanno una legislazione specificamente dedicata alla revisione degli OGM, i prodotti geneticamente modificati sono regolati dalle stesse disposizioni legali delle loro controparti convenzionali.
Si legge poi nello studio che:
L’etichettatura degli alimenti geneticamente modificati è un’area in cui le differenze tra i paesi valutati nell’ambito di questo rapporto sono i più ovvi per il consumatore.
Argentina e Canada non hanno requisiti obbligatori per l’etichettatura del contenuto di OGM negli alimenti mentre tale etichettatura è richiesta invece in Australia, Brasile e Ue, ma con regole diverse.
Una questione complessa insomma (oltre che in continua evoluzione) e delle differenze che possono diventare sostanziali, soprattutto considerando che si tratta di un argomento controverso anche sul piano della salute e dei possibili effetti che possono avere questi cibi modificati sulle persone che li consumano e sull’ambiente.
Potete leggere tutto lo studio completo qui.
Tratto da: GreenMe
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