In aula ex editore confessa: “Indicazioni per scrivere articoli favorevoli su Netanyahu”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto “un uso illegittimo” del suo potere ed ha considerato la concessione di favori come “valuta” per i suoi obiettivi. A dichiararlo oggi è il pubblico ministero israeliano durante il processo per corruzione a carico del capo del governo dello “Stato ebraico”. In aula a Gerusalemme, davanti allo stesso Netanyahu, il procuratore ha spiegato che il primo ministro ha cercato “vantaggi impropri da parte dei proprietari dei principali media in Israele per far avanzare i suoi affari personali”. Netanyahu ha negato qualsiasi illecito. L’udienza si è aperta nel giorno in cui il presidente Reuvlen Rivlin ha iniziato le consultazioni per la formazione del prossimo governo. Il capo dello Stato, durante l’incontro con il leader dell’opposizione Yair Lapid, si è mostrato piuttosto scettico. “Non vedo un modo con cui possa essere istituito un governo”, ha commentato. “Il popolo d’Israele dovrebbe essere molto preoccupato per il fatto che potremmo essere trascinati in una quinta elezione”. E, in merito al processo ha aggiunto trattarsi ”tentativo di golpe” e una “caccia alle streghe”.
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Le indicazioni per scrivere articoli favorevoli sul premier
Sempre durante l’udienza a Gerusalemme è emerso che l’ex editore del sito di notizie “Walla”, Ilan Yeshua, avrebbe ricevuto direttive sin dal 2013 da parte del proprietario del portale, Shaul Elovitch, e dei suoi superiori per modificare la copertura mediatica relativa al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. A sostenerlo è lo stesso editore a processo. Yeshua ha riferito di aver ricevuto indicazioni anche dall’ufficio del primo ministro tramite email, messaggi WhatsApp ed Sms. Citando un caso specifico, Yeshua sostiene che Elovitch gli abbia detto: “Chi sei? Il quotidiano (liberale) Haarezt? Un sito web della sinistra? Un sito dei membri di Hamas?”. Secondo Yeshua, nel 90 per cento dei casi le richieste provenienti dai superiori o dall’esterno sono state accettate. Yeshua ha affermato di aver ricevuto indicazioni anche dal magnate e amico di Netanyahu Zeev Rubinstein, che avrebbe rimosso articoli non graditi alla famiglia del primo ministro, e dall’ex consigliere peer i media del premier, Nir Hefetz. Il “Caso 4000”, noto anche come caso Bezeq, risale al 2015 quando Netanyahu deteneva la delega delle Telecomunicazioni e vede il premier accusato di aver preso decisioni normative a beneficio di Shaul Elovitch, allora azionista di maggioranza del gruppo di telecomunicazioni Bezeq, in cambio di una copertura favorevole sul sito di notizie “Walla”, di proprietà di Elovitch.
Tratto da: Antimafiaduemila
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