Sventolando bandiere dell’Iraq, milioni di iracheni provenienti anche da altre città del paese arabo, hanno raggiunto Tahrir Square, nel centro di Baghdad, gridando slogan contro gli Stati Uniti, un paese che ha una storia di gravi atrocità in Iraq. La marcia è una risposta all’offensiva aerea degli USA del 3 gennaio scorso a Baghdad che ha posto fine alla vita del comandante della Forza Quds, il generale Qasem Soleimani, del comandante dell’unità della mobilitazione popolare dell’Iraq (Al-Hashad Al-Shabi, in arabo), Abu Mahdi al-Muhandis e altri militari.
Baghdad denuncia che le azioni di Washington sul suolo iracheno costituiscono “una pericolosa violazione della sovranità irachena”, pertanto chiede l’immediata partenza di circa 5200 soldati statunitensi schierati nel paese arabo. Durante il corteo i manifestanti hanno simbolicamente impiccato l’effige del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Per l’Iraq questa è la seconda grande marcia della sua storia contro l’occupazione straniera, questa volta per chiedere la fine della presenza militare americana.
Era il 1920 quando gli iracheni manifestarono per la prima volta contro l’occupazione del Regno Unito e cacciarono gli occupanti dalla loro terra.
Oggi, 24 gennaio 2020, il popolo iracheno è sceso in piazza nella sua seconda marcia contro l’occupazione, chiamata seconda “Rivoluzione di Ashrin”.
Fonte: L’Antidiplomatico
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