Di Sabrina Del Fico
A Barletta, nell’area in cui sorge un antico cementificio (ora inceneritore di rifiuti), i bambini subiscono le conseguenze più gravi dell’esposizione ai metalli pesanti e ai fumi tossici.
A Barletta sorge un importante cementificio (da circa 100 anni). Se in un primo momento la struttura era esterna al centro abitato, con il passare degli anni e l’estensione della città, il cementificio è stato inglobato nel tessuto urbano e oggi viene coinceneritore di rifiuti pretrattati, destando molte preoccupazioni nella popolazione residente. Per questo motivo, a inizio del 2019, il comune e l’Azienda Sanitaria Locale hanno siglato un accordo per effettuare un bio-monitoraggio sulle fasce più giovani della popolazione, ovvero i bambini. Il dottor Agostino Di Ciaula, medico presso l’Ospedale di Bari e referente regionale dell’Isde (l’Associazione medici per l’ambiente), è stato incaricato di condurre questo studio.
È stata effettuata quindi la misurazione di 24 metalli nelle unghie dei piedi di 366 bambini tra i 6 e i 10 anni residenti nel comune pugliese: le unghie, infatti, sono sensori delicati in grado di assorbire l’inquinamento ambientale più che altri tessuti del nostro corpo. Dallo studio, pubblicato in queste settimane, è emerso che i bambini che vivono o frequentano la scuola nelle aree maggiormente esposte alle emissioni nocive dell’impianto mostrano un accumulo cronico di metalli tossici nei tessuti. Troppo poco è stato fatto (e si sta facendo) per tutelare la salute dei più piccoli, esposti sin dai primi anni di vita a concentrazioni troppo elevate di metalli e sostanze nocive che ledono gravemente alla loro salute, più che a quella degli adulti.
I risultati principali dimostrano che nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti prodotti dal cementificio, che ospitano case e scuole, c’è una maggiore concentrazione atmosferica di PM10 (polveri sottili) rispetto alle aree controllo, con livelli di esposizione superiori ai limiti annui indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – si legge nel report. – I bambini maggiormente esposti alle emissioni dell’impianto hanno un maggiore bio-accumulo di Nickel, Cadmio, Mercurio e Arsenico rispetto a chi è invece prevalentemente esposto al solo inquinamento da traffico veicolare. Un modello differente di bio-accumulo è rilevabile nei bambini prevalentemente esposti a traffico veicolare (bio-accumulo di Bario).
Medici e ambientalisti richiedono l’intervento urgente della politica nella protezione della salute, con norme più restrittive per l’uso dei combustibili fossili, la limitazione di rifiuti ricchi di metalli pesanti – ma i tempi di intervento si prevedono ancora lunghi: i dati raccolti devono essere analizzati e vagliati dall’ASL che procederà a tutti gli approfondimenti del caso prima di mettere in atto delle misure tutelative.
QUI è possibile leggere il report completo.
Fonte: National Library of Medicine, GreenMe