Oggi, lunedì 22 giugno, i Medici Specializzandi della Lombardia sono scesi in piazza per esprimere con educazione e chiarezza la propria contrarietà alla situazione che quotidianamente vivono.
Obiettivo? Raggiungere il miglioramento delle condizioni di lavoro e il riconoscimento degli stessi diritti e delle stesse tutele degli altri operatori sanitari.
Il Coordinamento e l’odierno sit-in nascono dalla necessità di dare voce alle mancanze di riconoscimento della figura del Medico in formazione specialistica, problematiche che si sono amplificate e sono ulteriormente emerse in questo periodo di emergenza prodotta dal Coronavirus.
Gli specializzandi hanno sottolineato come la loro figura di Medici in formazione comporti una condizione di ambivalenza tra studenti e lavoratori: gli oneri delle due categorie sono sempre stati chiari, compresa la triplice tassazione che non ha pari nel contesto nazionale. Tuttavia, i diritti e le tutele spettanti agli altri professionisti della Sanità spesso non sono garantiti.
Durante tutto il periodo emergenziale gli specializzandi sono stati in prima linea, anteponendo a tutto la salute dei pazienti. Per questo motivo hanno chiesto un confronto e azioni concrete da parte delle istituzioni che hanno il dovere di tutelare ed evitare disparità di trattamento rispetto agli altri operatori sanitari.
La risposta delle istituzioni è stata immediata. In seguito a un incontro con la delegazione degli specializzandi, l’assessore alla sanità lombarda Gallera, si è mostrato disponibile ad analizzare nel dettaglio le normative vigenti al fine di evitare situazioni di disparità di trattamento tra gli specializzandi e gli altri operatori sanitari. Inoltre, l’assessore ha dichiarato che entro metà luglio una delegazione verrà convocata per una audizione di fronte alla giunta regionale lombarda con lo scopo di discutere concretamente delle problematiche che sono state motivo di pacifica protesta.
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