Presidente del Consiglio regionale Veneto: “Non esiste un territorio che sia esente dal rischio dell’inquinamento mafioso”
È di stamane la notizia secondo cui la Dia assieme al Nucleo di polizia economico finanziaria di Trieste hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 persone: per la maggior parte di origini campane, ma residenti da tempo a cavallo del Tagliamento tra Latisana (Udine) e Bibione (Venezia).
Trattasi di indagini coordinate dalla Dda triestina in cui gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di diversi episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per aver costretto con reiterate condotte intimidatorie “numerosi commercianti ambulanti friulani e veneti a non esercitare la propria attività imprenditoriale e al fine di impedire il regolare svolgimento a Bibione (Venezia), della nota manifestazione fieristica estiva denominata ‘I Giovedì del Lido del Sole’“. Secondo quanto si apprende da fonti vicine agli inquirenti, infatti, quelli adoperati sembrerebbero proprio metodi intimidatori di stampo camorristico.
L’obiettivo finale era ottenere un diretto controllo delle attività economiche e commerciali condizionando così il libero mercato e lo sviluppo economico e sociale della rinomata località turistica. La Dia, inoltre, ha sottolineato come “significativi” in modo particolare “alcuni episodi in cui sono state organizzate spedizioni punitive con armi nei confronti di chi non sottostava alla egemonia imposta dal capo del gruppo criminale anche in altre manifestazioni fieristiche del litorale friulano-veneto“.
A condurre le numerose perquisizioni sono stati uomini e donne dei Reparti territoriali della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza e dei militari dell’8 Reggimento Genio Guastatori di Legnago nei luoghi nella disponibilità degli indagati nelle province di Udine, Venezia e Pordenone. Perquisizioni iniziate nelle prime ore del giorno e tutt’ora in corso anche nelle sedi delle società e unità locali facenti capo al sodalizio.
Parole di ringraziamento sono giunte dal presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, secondo il quale l’operazione odierna “deve far riflettere la politica“. “Infiltrazioni di Camorra in un territorio che si pensava immune, e proprio questa convinzione di impermeabilità a certi fenomeni è il grave errore di chi si reputa invulnerabile – ha detto –. Non solo quindi infiltrazione economica, quella silente, ma anche quella della violenza diretta. Plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura, ma è necessario sollecitare l’attenzione e la sensibilità dei cittadini, degli operatori economici a denunciare, a porre subito un argine a queste degenerazioni mafiose“.
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Una città come quella di Trieste, ha aggiunto, che sembra così lontana dai territori tipicamente investiti da fenomeni criminali, “dimostra come l’attenzione della politica non deve mai venire meno né illudersi per ipotetiche zone di immunità”. “La commissione Antimafia – ha concluso – potrebbe pianificare una prossima missione a Trieste proprio per indagare a fondo quanto sta succedendo e dare un segno concreto di presenza e vicinanza alla società civile sana e onesta che non piega la testa”.
Ad aggregarsi ai complimenti agli organi inquirenti anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, che ha anche sottolineato come il Veneto “non da oggi conosce l’infiltrazione mafiosa e sa bene quanto è mortale per la società e l’economia quel cancro che porta il nome di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e per questo tutte le Istituzioni devono sostenere e promuovere quella cultura della legalità che è l’arma vincente per sconfiggere la criminalità organizzata”. E ancora: “Le mafie operano su scala mondiale, sono state tra i primi a cogliere le opportunità offerte dalla globalizzazione e non sono di certo un fenomeno locale: non esiste un territorio che sia esente dal rischio dell’inquinamento mafioso e ciò deve spingere tutti a trovare il coraggio e la forza per denunciare ogni caso di intimidazione, estorsione e violenza”.
Tratto da: Antimafiaduemila
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