di Vincenzo Musacchio
Il 41-bis fu creato e voluto fortemente dal giudice Giovanni Falcone perché doveva essere, assieme alla confisca dei beni dei mafiosi, l’arma vincente per sconfiggere la criminalità organizzata. In questi ultimi anni il c.d. “carcere duro” ha subito cambiamenti, affievolimenti, revisioni sempre e comunque in favore di chi è condannato a questo regime punitivo. Il 41-bis sta divenendo un regime carcerario prettamente simbolico e le confische dei beni ai mafiosi languono nel disinteresse più totale. Questo deve farci preoccupare e non poco poiché questi due strumenti imprescindibili hanno assestato un duro colpo alle mafie e per questo rimangono necessari e preoccupano non poco sia i mafiosi che stanno in carcere sia quelli che sono liberi di delinquere all’esterno. Recentemente il Consiglio d’Europa ha adottato una raccomandazione che aggiorna le regole penitenziarie europee. Si recepisce l’orientamento giurisprudenziale della Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di vita del detenuto fin dal primo momento della restrizione della libertà: dalla custodia cautelare, alla detenzione definitiva. La raccomandazione si focalizza sull’isolamento del detenuto, quindi, anche sul del regime penitenziario di cui all’art. 41 bis. Il Consiglio d’Europa richiede espressamente che l’isolamento sia limitato il più possibile a casi specificamente previsti in quanto gli effetti sulla salute del detenuto, salute fisica e mentale, sono deleteri. Se lo stato di salute del detenuto peggiora, l’isolamento deve essere interrotto. Le legislazioni dei singoli Stati membri, di conseguenza, devono stabilire un limite temporale massimo nel quale il detenuto sia collocato in isolamento, con l’auspicio che lo stesso sia quotidianamente visitato da un medico e riceva la visita del direttore del penitenziario o quanto meno del personale di polizia penitenziaria. Lo scopo della raccomandazione è quello di abolire l’isolamento diurno ritenuto anacronistico e privo di qualsiasi giustificazione. L’Europa quando scrive su questi temi, ignora le mafie e gli strumenti repressivi idonei a combatterla. Non sa di cosa parla e la dimostrazione pratica sta nella sua inesistente legislazione contro il crimine organizzato transnazionale. In gran parte dell’Europa le mafie spadroneggiano. L’attuale 41-bis è un provvedimento personale sottoposto all’esame giudiziale. Questo regime può essere applicato non solo ai reati mafiosi ma anche ad altre tipologie di reato: terrorismo, tratta di persone, prostituzione minorile, sequestro di persona tra i più rilevanti. Lo Stato ovviamente ha il compito di garantire il rispetto dei fondamentali diritti umani ai detenuti che sono sottoposti a questo trattamento che non è certo ascrivibile ad alcuna forma di tortura. A dimostrare l’infondatezza di tale deformazione da più parti sollevata vi è la possibilità di interrompere il regime del 41 bis, mediante la collaborazione con la giustizia. L’Europa non sa che il 41-bis non estrinseca vendetta o ritorsione ma, significa soltanto applicazione di un regime carcerario differenziato per i boss più pericolosi della criminalità organizzata, per impedire loro di continuare a tenere rapporti con l’esterno ed esercitare il loro ruolo di capimafia anche dall’interno del carcere gestendo il sistema degli appalti, delle estorsioni e delle collusioni con la politica e l’economia. Non vi è alcuna forma di violazione dello Stato di diritto poiché da un lato si offre la possibilità al condannato di uscire da quel regime iniziando a collaborare con la giustizia e dall’altro ogni singola applicazione e modificazione del 41-bis è sottoposta all’esame di un giudice in ossequio al principio di legalità e di giurisdizione. I boss mafiosi con la piena efficienza del 41-bis e delle confische dei loro beni, saranno sconfitti, in caso contrario, saranno loro a sconfiggere definitivamente lo Stato già in fin di vita.
TRatto da: Antimafiaduemila.com