Le regole dei grandi sono l’assenza di regole e questo significa che tutto è lecito in guerra e anche nelle operazioni militari speciali
Declan Hayes
strategic-culture.org
Le recenti tattiche terroristiche della NATO hanno fatto in modo che la grande spinta della Russia a riconquistare Odessa, la città di Caterina la Grande, prima di spingersi verso il confine rumeno per metterlo in sicurezza e quindi togliere l’assedio alla Transnistria, non segnerà la fine della disputa ucraina. L’assassinio di Darya Dugina da parte della NATO, il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia e l’uso delle armi chimiche di Hunter Biden contro le forze russe nell’Ucraina orientale significano che ora si applicano le regole dei grandi.
Sono le stesse regole dei grandi che la banda di assassini dei SAS britannici avevano usato contro le unità più recalcitranti dell’IRA, che i mercenari della NATO avevano utilizzato in Iraq e in Siria e che Israele usa quotidianamente contro gli abitanti di Gaza, il più grande e brutale campo di concentramento a cielo aperto del mondo. Le regole dei grandi sono l’assenza di regole e questo significa che tutto è lecito in guerra e anche nelle operazioni militari speciali.
Poiché l’assassinio di Darya Dugina ha eliminato ogni remora su chi è e chi non è un obiettivo legittimo, l’Estonia e l’Ucraina dovranno consegnare alla Russia non solo la principale sospettata, ma anche la figlia dodicenne che, secondo la Russia, avrebbe collaborato all’omicidio della Dugina. Se l’Estonia e l’Ucraina non si adegueranno, non potranno lamentarsi se la Russia si vendicherà in altri e più terribili modi, perché l’omicidio della Dugina non può essere considerato la fine della storia.
Il principale sospettato è, secondo la Russia, una dei membri del famigerato reggimento Azov ucraino, migliaia dei quali sono ora prigionieri della Russia e dei suoi alleati. Se la principale sospettata e la figlia dodicenne non saranno consegnate alla Russia per un interrogatorio approfondito, i criminali catturati non potranno, in tutta onestà, aspettarsi alcuna pietà, poiché la punizione, così come la giustizia, è un’arma a doppio taglio.
I prossimi saranno coloro che hanno collaborato con l’assassino della Dugina. Poiché Darya Dugina sembra essere stata un’anima aperta, che non aveva motivo di essere particolarmente riservata sui suoi spostamenti, punterei il dito contro Luke Harding e gli altri finti giornalisti dell’MI5, ai quali è permesso di scorrazzare in Russia e nei Paesi alleati come se non fossero alle dipendenze dell’MI5 e dei servizi segreti alleati. So per esperienza personale che i giornalisti irlandesi a Beirut facevano arrivare informazioni ai loro responsabili del Mossad e sono sbalordito dal fatto che lo stesso gruppo di finti giornalisti della BBC sia autorizzato a recarsi ovunque l’MI5 e la NATO stiano facendo le loro sporche operazioni. La Russia e le nazioni alleate dovrebbero davvero rivedere completamente tutto il sistema.
E poi c’è l’uso del gas tossico di Hunter Biden contro le truppe di terra russe. Nemmeno Herr Hitler, negli ultimi giorni del suo Reich in disfacimento, aveva osato tanto perché sapeva che la risposta sarebbe stata devastante. Anche se nulla dovrebbe sorprenderci da un pagliaccio strafatto come Zelensky, se a Kiev è rimasto qualche alto ufficiale dell’esercito ucraino con un quoziente intellettivo superiore all’asse delle X, nel prefigurare il proprio destino, dovrebbe ricordare come i loro eroi della Wehrmacht cercassero di non essere inviati sul Fronte Orientale, ma preferissero incarichi più tranquilli in Francia, Danimarca o nei Paesi Bassi. Se pensano che, una volta catturati, i soldati russi trascureranno il fatto che hanno gasano i loro commilitoni, si troveranno di fronte al più brusco dei risvegli e, anche se dovrebbero essere compatiti, le regole dei grandi fanno sì che ormai sia troppo tardi.
E poi abbiamo i proxy ucraini della NATO che bombardano la centrale nucleare di Zaporizhzhia in modo che i loro compari all’ONU, così come il Guardian, il New York Times e gli altri media possano parlarne a profusione. Gli Stati Uniti, ovviamente, utilizzano le Nazioni Unite solo quando fa comodo allo Zio Sam e le ignorano altrimenti. Visto che Israele, che non è estraneo alle regole dei grandi, aveva ucciso l’inviato dell’ONU, il Conte Bernadotte, quando quest’ultimo aveva cercato di rallentare la sua campagna di pulizia etnica, i burattini dell’ONU agli ordini dello Zio Sam dovrebbero essere ignorati, a meno che non vogliano combattere una nuova guerra di Corea, ma questa volta sulle ceneri radioattive dell’Ucraina, della Romania e delle pianure della Polonia, che sono un ottimo terreno per i carri armati. […]
Anche se questa guerra in Ucraina, come tutte le altre guerre che l’hanno preceduta, un giorno finirà, finirà alle condizioni della Russia, non a quelle degli Stati Uniti o delle sue colonie europee. Anche se gli Stati Uniti, per dare un taglio a questa disfatta, dovrebbero lasciare Kiev, pagare i risarcimenti e consegnare alla Russia la famiglia Zelensky, Hunter Biden e chiunque altro sia implicato nei crimini sopra descritti in modo che vengano processati […].
Per quanto riguarda Madre Russia, Odessa, scenario di tanti eventi storici, sia eroici che tragici, tornerà presto e per sempre sotto la sua ala protettrice e sotto le regole dei grandi; i giorni in cui si bruciavano a morte giovani idealisti adolescenti, saranno, come le Pussy Riot, le Femem, gli Azov, i loro laboratori biologici e i loro assassini, una nota a piè di pagina dei tempi migliori che attendono non solo Odessa, ma tutta la Russia, dalla Transnistria ad ovest fino a Vladisvostok, nell’estremo oriente.
Declan Hayes
Fonte: strategic-culture.org, ComeDonChisciotte.org
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