La strage della Loggia non si ferma dopo 45 anni

La strage della Loggia non si ferma dopo 45 anni

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Brescia, 28 maggio 1974. In Piazza della Loggia, alle ore 10, dopo dei primi raduni previsti alle 9 in Piazza Garibaldi, Porta Trento e Piazza Repubblica, è indetta una manifestazione dal “Comitato Permanente Antifascista”, per protestare contro la dilagante violenza di matrice fascista che aveva ripetutamente colpito, soprattutto negli ultimi due anni, il capoluogo di provincia lombardo.
C’è la pioggia quella mattina, e chi ha deciso di partecipare all’evento può farlo solo aprendo un voluminoso ombrello e cercando di farsi spazio in una piazza gremita di persone. Alla manifestazione aderiscono sindacati e partiti politici.

L’atmosfera non è affatto serena, perfettamente inquadrata nel pesante clima di tensione sociale presente in Italia nel 1974. Già nel cuore della notte del 19 maggio, uno studente di estrema destra, Silvio Ferrari, aveva perso la vita dopo l’esplosione di un ordigno da lui stesso trasportato sul suo ciclomotore, in Piazza del Mercato.
Attentati e scontri di stampo politico sono all’ordine del giorno. Ma la svolgimento della manifestazione è troppo importante e bisogna tenerla, a ogni costo. Alle 10:12 in punto Castrezzati è davanti al microfono, e sta parlando alla folla. In quel preciso istante esplode una bomba, ben nascosta all’interno di un cestino dei rifiuti posizionato sotto gli archi adiacenti alla piazza.

Il botto è tremendo, tanto che gli striscioni volano per aria e quasi la metà dei partecipanti restano sdraiati per terra. Mentre dal palco Castrezzati invita tutti alla calma, le urla di paura di uomini, donne e bambini si fanno sempre più assordanti. Le vittime saranno in tutto otto: Vittorio Zambarda, Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Bartolomeo Talenti e Luigi Pinto.

Successivamente solo nel 2015, dopo 41 anni di complicate e complesse indagini, coniugate a un iter giudiziario che non era riuscito, sino a quel momento, a consegnare alla giustizia alcun colpevole, la Seconda Corte d’Assise d’ appello di Milano ha condannato all’ergastolo l’ex spia del “Servizio Informazioni Difesa” (Sid), Maurizio Tramonte, conosciuto come “fonte Tritone” e Carlo Maria Maggi, ex ispettore per il Veneto del movimento politico “Ordine Nuovo”.
La sentenza è stata poi confermata in Cassazione nel 2017. Maggi è deceduto lo scorso 26 dicembre 2018, mentre Tramonte, rinchiuso nel carcere di Fossombrone, si continua a dichiarare innocente e ha chiesto la revisione del processo. La storia della strage di Piazza della Loggia non si ferma.

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