di Paolo Maddalena*
In Italia il problema più discusso è quello di Autostrade. La Corte costituzionale, diventata l’ultimo approdo per la difesa delle libertà civili, ha emesso la sua sentenza e ha dichiarato che l’esclusione di Atlantia (controllata della famiglia Benetton), dalla gara per la ricostruzione del Ponte di Genova, è perfettamente legittima perché fondata, come ieri avevamo sottolineato, sul potere di autotutela della pubblica amministrazione, che deve essere sempre esercitato nell’interesse del Popolo e non di singoli privati speculatori.
La sentenza è stata accolta quasi universalmente con grande soddisfazione. Si è opposto Matteo Renzi, affermando che la revoca di autostrade ai Benetton è impossibile. Si tratta di un’affermazione priva di senso, perché non tiene conto del fatto che la Costituzione, all’articolo 41, con l’espressione “l’iniziativa economica privata è libera”, afferma in pratica che qualsiasi negoziazione, sia tra privati, sia tra privati e pubbliche amministrazioni (come è nel caso delle concessioni), non può avvenire in “contrasto con l’utilità pubblica o svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
La cosa non ci sorprende, perché Renzi voleva distruggere la nostra Costituzione, con il suo referendum su una aberrante modifica della stessa.
I cittadini italiani, invece, hanno votato a favore del testo vigente, che ha assunto maggior forza proprio con l’esito del voto referendario. Dunque Renzi si attenga a quanto è scritto nella Costituzione vigente e non diffonda notizie false in relazione alle concessioni ai Benetton.
Sia ben chiaro che questi ultimi non hanno nessun diritto a indennizzi per la revoca della concessione, perché hanno agito contro l’utilità e la sicurezza sociale e gli indennizzi previsti nella convenzione di concessione riguardano solo i casi in cui la pubblica amministrazione cambi i suoi obiettivi.
Sul piano europeo la Merkel assicura che la questione del Recovery Fund sarà risolta entro l’estate. È una buona notizia. Ma resta il nostro grave timore che la Merkel e gli altri operatori europei non abbiano ben chiaro in mente che il problema centrale da risolvere per mantenere in vita l’Unione europea è quello di sostituire l’attuale sistema economico predatorio neoliberista con un sistema economico produttivo di stampo keynesiano (l’unico previsto nella nostra Costituzione).
Se non si supera questo ostacolo l’Unione europea non potrà sopravvivere, perché farà sempre prevalere gli Stati forti economicamente, distruggendo gli Stati economicamente più deboli, e indurrà l’Italia a nuove forme di accordo in ambito Mediterraneo.
* Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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