Gli attacchi ai convogli militari statunitensi sono aumentati da quando è scaduto il termine dato dal parlamento iracheno al governo del primo ministro iracheno Mostafa al Kadhimi per l’espulsione delle truppe statunitensi.
Un disegno di legge che richiedeva il ritiro delle truppe statunitensi dall’Iraq era stato adottato dal parlamento iracheno a seguito dell’assassinio del vice leader delle Forze di mobilitazione popolare o Hashid al Shaabi, Abu Mahdi al Mohandes, insieme al leader della Forza Al Quds, generale Soleimani, da un drone statunitense il 3 gennaio 2020 nei pressi dell’aeroporto di Baghdad, capitale irachena.
Molti partiti e fazioni in Iraq chiedono il ritiro immediato delle forze di occupazione statunitensi. La nuova Amministrazione Biden ha negato di volersi ritirare dal paese.
Le forze militari sciite, Forze di Mobilitazione Popolare (FMP) non hanno ancora rivendicato la responsabilità di questi attacchi ma si ritiene che sia iniziata la campagna di mobilitazione e di guerriglia per attaccare le truppe occupanti statunitensi e costringerle al ritiro dal paese.
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Altri due convogli logistici appartenenti alle forze di occupazione statunitensi sono stati attaccati nella notte di lunedì 8 febbraio, nella capitale e nel sud dell’Iraq.
Una fonte militare irachena, citata dalla televisione Al Masirah, ha chiarito che due obiettivi statunitensi sono stati attaccati nella provincia di Diwaniya (sud) e a Baghdad.
Un altro convoglio logistico statunitense è stato attaccato nella notte tra domenica e lunedì 8 febbraio nella città di Samarra, nella provincia di Salahuddin, nel nord dell’Iraq, riferiscono anche fonti irachene.
Entrando in Iraq principalmente dal confine siriano, a ovest, o dal confine con il Kuwait, a sud del Paese, questi convogli, che trasportano attrezzature logistiche per le truppe statunitensi di stanza in varie basi militari in Iraq, negli ultimi mesi sono stati attaccati quasi ogni giorno dalle bombe posizionate sul ciglio della strada o da improvvisi colpi di lanciarazzi e granate.
Dispiegamento di massa al confine siriano
Inoltre, Mohammed Saleh, il comandante delle forze di terra dell’esercito iracheno, ha riferito del massiccio dispiegamento di personale militare iracheno ai confini con la Siria per controllare la sicurezza nelle aree di confine lunghe circa 600 km e impedire le azioni del gruppo terroristico wahabita Daesh. ha riferito Press TV.
L’ambasciatore siriano a Baghdad sabato 6 febbraio ha discusso con il ministro dell’Interno iracheno un aumento dello scambio di dati e informazioni e le forze di sicurezza di entrambi i paesi hanno istituito un gran numero di posti di blocco sulle strade principali e secondarie per evitare qualsiasi violazione della sicurezza.
Tratto da: Controinformazione.info
Traduzione: Fadi Haddad
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