In arrivo tagli su intercettazioni e carceri. Sparisce anche InvestItalia, la cabina di regia a Palazzo Chigi sugli investimenti pubblici e privati creata dal governo Conte I
Di Luca Grossi
Lo prevede la manovra, come si legge nell’ultima bozza, in una norma sulle riduzioni di spesa, secondo gli obiettivi del decreto sulla spending review dei Ministeri approvato dal Cdm lo scorso 4 novembre. Dal 2023, le spese di giustizia per le intercettazioni e comunicazioni, si legge nella bozza, sono ridotte di 1,57 milioni di euro all’anno. Sul fronte della giustizia minorile, invece, nell’ambito delle attività per l’attuazione dei provvedimenti penali emessi dall’Autorità giudiziaria e la razionalizzazione della gestione del servizio mensa per il personale, vanno conseguiti tagli di almeno 331.583 euro per il 2023, 588.987 per il 2024 e 688.987 all’anno dal 2025.
In sostanza nella prima legge di bilancio del governo di Giorgia Meloni non solo gli stanziamenti per l’amministrazione penitenziaria non aumentano, ma addirittura subiscono un taglio.
Eppure Carlo Nordio, attuale ministro della giustizia, aveva risposto ai cronisti pochi giorni dopo il giuramento che “le carceri sono la mia priorità”.
I tagli a personale dell’amministrazione penitenziaria e alle mense dei dipendenti hanno subito scatenato le reazioni dei sindacati. “Leggendo il testo della bozza del disegno di legge di bilancio trapelato mercoledì scorso avevamo lanciato l’allarme a causa dell’assenza di qualsiasi misura di supporto per le carceri, nell’esaminare la versione aggiornata a ieri e che starebbe per essere presentata in Parlamento, dobbiamo constatare addirittura un peggioramento con tagli al personale e alle mense. Evidentemente al peggio non c’è mai fine“, ha detto Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. “A fronte di 18mila unità mancanti al Corpo di polizia penitenziaria, 85 suicidi (80 fra i detenuti e 5 fra gli operatori) dall’inizio dell’anno, strutture degradanti, penuria e inefficacia di automezzi, equipaggiamenti e strumentazioni, siamo letteralmente esterrefatti e increduli. Se poi mettiamo tutto ciò in relazione a quanto affermato da Meloni nel suo discorso sulla fiducia alla Camera dei deputati e con le ripetute dichiarazioni del ministro della Giustizia e dei sottosegretari, che promettono il miglioramento delle condizioni di lavoro, ci sembra di trovarci su scherzi a parte”, ha sottolineato il segretario della Uilpa polizia penitenziaria.
Un programma di tagli, questo, che è perfettamente in linea con le idee di Nordio, almeno sulle intercettazioni poiché, secondo lui, costerebbero troppo.
“Si può risparmiare anche su tutti gli sprechi che ci sono nel mondo della giustizia, a cominciare dalle intercettazioni telefoniche e ambientali che costano 200 milioni di euro l’anno (la corruzione intanto però ci costa 237 miliardi di euro l’anno in base ad una ricerca internazionale del centro Rand, ndr) con i quali si potrebbero assumere segretari e cancellieri per accelerare il corso dei processi”. “Visto che la crisi è economica – ha detto – questa è la priorità“.
Nel capitolo 1363 del bilancio 2022 del Ministero della giustizia erano stati stanziati per le intercettazioni 213,7 milioni di euro. Dunque alla fine il taglio delle spese ammonta ad appena lo 0,7% rispetto allo scorso anno. Certamente si tratta di un taglio minimo ma si tratta comunque di un depotenziamento delle indagini giudiziarie, specialmente per quanto riguarda mafia e corruzione.
Sembra essere una prerogativa di chi fa parte nel centro – destra il voler ridurre i problemi del Paese a meri calcoli economici. Ancora sono vive le immagini degli onorevoli che recitano il mantra “dobbiamo approvare la riforma Cartabia se no l’Europa non ci passa i soldi”.
Il paradosso è che nonostante fior fiore di magistrati, avvocati, giornalisti, membri delle forze dell’ordine e della società civile abbiano anzitempo spiegato dove e come agire per il risolvere il problema ‘giustizia’, nessuna delle loro indicazioni è stata finora ascoltata: La mancanza di oltre 1600 magistrati? La salvaguardia della legislazione antimafia? Il potenziamento delle norme anticorruzione? Il contenimento della degradazione delle correnti nella magistratura? L’espulsione dal Dap di chi non è stato in grado di gestire le carceri? La mancanza di agenti? La continuazione di certi maxi – processi come quello del ponte Morandi?
Sono questi i temi che un futuro ministro della giustizia dovrebbe contemplare.
Ma di queste cose i Nordio di turno preferiscono non parlare.
Tratto da: Antimafiaduemila
Foto © Imagoeconomica