di Fabrizio Verde
Il Cile non è sicuramente un paese per giornalisti. La corrispondente di teleSUR Paola Dragnic e la sua troupe impegnata a coprire le proteste popolari contro il regime neoliberista di Sebastián Piñera ha subito un’altra aggressione da parte della polizia militare dei Carabineros.
L’attacco è avvenuto mentre la squadra giornalistica operava in diretta da Plaza de la Dignidad, a Santiago, in Cile. In questa occasione, al cameraman Ítalo Retamal è stata tolta la maschera protettiva che indossava da un agente dei Carabineros ed è stato spruzzato del gas lacrimogeni negli occhi. La corrispondente Paola Dragnic ha denunciato quanto avvenuto tramite il social network Twitter.
“Vogliamo sapere quale parte del protocollo indica di togliere le lenti al cameraman e spruzzare gas lacrimogeno negli occhi”, ha denunciato la giornalista e identificato il responsabile come maggiore J. Muñoz. G.
Questa non è la prima aggressione che subisce la troupe di teleSUR. Lunedì scorso, durante la trasmissione in diretta, Dragnic e Retamal sono stati attaccati dagli agenti di polizia quando hanno riferito degli elementi tossici che usano per reprimere le manifestazioni.
La giornalista fu aggredita mentre dava conto di un rapporto redatto dal Movimiento Salud en Resistencia (MSR), dove si rivelava che l’acqua utilizzata dai Carabineros per sopprimere manifestazioni di massa contiene composti di gas di soda caustica e pepe, elementi tossici dannosi per la salute delle persone.
Le ripetute aggressioni contro i giornalisti sono occultate dai media mainstream. Evidentemente per costoro chi racconta la feroce repressione dei regimi neoliberisti non ha lo stesso peso si chi a suon di fake news si scaglia contro i governi sovrani e socialisti dell’America Latina e non solo. E’ assordante il silenzio ipocrita di certi media, e personaggi liberal del circo mediatico-culturale, che a ogni piè sospinto gridano alla libertà di stampa calpestata quando c’è da attaccare paesi che si oppongono all’agenda imperiale di Washington.
Fonte: L’Antidiplomatico