Sono 4 le nuove condanne che la Corte europea dei diritti umani ha pronunciato nei confronti dello Stato italiano a causa delle emissioni dell’Ilva, ancora responsabili di mettere a rischio la salute dei cittadini
Di Germana Carillo
Dopo la condanna del 2019 per non aver protetto i cittadini di Taranto dalle emissioni nocive dell’ex Ilva (sulla base di ricorsi presentati nel 2013 e nel 2015), arrivano per l’Italia da Strasburgo ben 4 nuove condanne che riguardano i ricorsi presentati tra il 2016 e il 2019 da alcuni dipendenti dell’impianto siderurgico e da più di 200 abitanti della città e di alcuni Comuni vicini.
Nelle sentenze emesse oggi, la Cedu sottolinea che dal gennaio 2019 questo caso è all’esame davanti al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che deve verificare se il nostro Paese abbia messo in atto o meno tutte le misure necessarie per salvaguardare la salute degli abitanti.
Nella documentazione di Strasburgo si evidenzia come il Governo italiano abbia presentato lo scorso 5 aprile nuovi elementi sull’attuazione del piano ambientale in vista di un nuovo esame del caso il prossimo giugno.
Tratto da: European Court of Human Rights, GreenMe
Ex Ilva e reati ambientali: il relatore speciale dell’Onu critico con l’Italia
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