Di Margherita Furlan
“Fatta salva ogni eventuale variazione del rapporto concessionario derivante dalla procedura di contestazione pendente, al termine dei lavori l’infrastruttura in questione deve ritenersi riassorbita nel rapporto concessorio vigente al momento del trasferimento”. Il ponte di Genova è crollato, i Benetton sono ancora lì a gestire le autostrade svendute dalle nostre classi dirigenti insieme a tutto ciò che era possibile. Nemmeno il risultato del referendum sull’acqua è stato rispettato.E’ il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola de Micheli, in questo caso, che parla, anzi che scrive, precisamente al Commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che prende tempo, forse imbarazzato (?), dinanzi ai giornalisti nella conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Sanchez. Conte è volato a Madrid per parlare di Recovery Fund. Il tutto mentre la Commissione Europea porta le previsioni sul PIL italiano del 2020 a -11,2% (il FMI ci da a -12,8%), l’Istat prevede che il 38% delle imprese sia a rischio chiusura, Bankitalia dice che il 40% dei debitori non può pagare il mutuo.Il governo degli italiani non esiste più, forse non è mai esistito. E’ il caso allora di ricordare Giulietto Chiesa perchè ora occorre un nuovo patto sociale, basato anche sulle forze economiche e monetarie, per una collocazione diversa dell’Italia nel futuro, che non sarà più quella che è stata nel passato, perché oggi, dopo il coronavirus, è finito anche il dopo guerra ed è finita anche la democrazia, seppur vigilata, che accettammo nel 1947.
E’ possibile che le forze che governano il Paese siano troppo vili e subalterne per gestire il nostro futuro, ma il pericolo è che questa gente non sia nemmeno capace di fronteggiare il rigurgito sociale che sale giustamente dal popolo e che, se non soddisfatto e guidato, potrebbe portare al potere altri affaristi senza scrupoli, criminali corrotti, mafia e camorra, altri servi, come ne abbiamo visti tanti in questi decenni.Dobbiamo far passare in fretta la bufera e tornare alla democrazia, dare vita a una nuova classe politica competente, coraggiosa e patriottica, che consenta agli italiani di essere debitori solo verso se stessi. O lo facciamo adesso o mai più, perché l’Italia è più forte di come coloro che l’hanno guidata finora forse immaginano. Noi ora dobbiamo contare sulle nostre forze. Solo sulle nostre forze e per questo occorre unirsi, tutti, ora prima che ci portino via quel poco che ci è rimasto, la dignità di un popolo, quello italiano, che non vuole finire in Grecia.
Fonte foto: laregione.ch
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