Laura De Rosa
Il coronavirus è il sintomo di un problema più grande, la salute sofferente del nostro Pianeta. Salute compromessa dallo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente, dalla distruzione degli ecosistemi e, nel caso specifico, anche dal commercio illegale di animali selvatici. Mix letale in un mondo altamente globalizzato come il nostro.
Non a caso COVID-19 è un virus zoonotico, che dagli animali, in questo caso selvatici, si trasferisce all’uomo. E non è il solo, il 60% delle malattie infettive dell’uomo, secondo una ricerca intitolata “Risk Factors for Human Disease Emergence“, e il 75% di quelle infettive emergenti, sono sempre zoonotiche. Va da sé che i maggiori contatti tra uomo e fauna selvatica, dovuti allo sfruttamento della stessa, aumentano il rischio di contrarre virus pericolosi per la nostra salute.
Nemmeno la tecnologia è bastata per arginare il problema, a dimostrazione che siamo fortemente vulnerabili e che, per prevenire crisi di questo tipo, è necessario un cambiamento profondo, in primis nei confronti della natura.
Ma come ben sappiamo da tempo, i sintomi del malessere del Pianeta si sono manifestati ben prima dello scoppio della pandemia: basti pensare al riscaldamento globale, che sta causando devastazioni, cicloni e alluvioni estreme in varie aree della Terra. Per non parlare della deforestazione che provoca perdita di ecosistema e di biodiversità, contribuendo essa stessa al cambiamento climatico. E che dire di tutti i prodotti chimici e dei rifiuti che inquinano l’ambiente e che ogni anno causano moltissimi morti.
Tutte queste cose sono interconnesse e se non cambieremo al più presto il nostro modo di stare al mondo, inquinando meno, smettendo di sfruttare indiscriminatamente la natura, non ci sarà futuro. Solo investendo sull’ecologia e progettando un futuro sostenibile, ci può essere speranza. Ma non basta farlo individualmente, nonostante sia importante il contributo di ciascuno, e non basta nemmeno che a farlo sia qualche paese del mondo, l’impegno deve riguardare tutti.
Sulla riflessione lanciata anche dal Time, è intervenuta con un tweet anche Greta Thunberg, dichiarando:
“COVID-19 è più di una malattia. È un sintomo della salute sofferente del nostro pianeta. La relazione disfunzionale dell’umanità con la natura ha causato questa malattia più ampia. Comprendere questa causa principale è fondamentale.”
Non dobbiamo tornare alla normalità, come spesso si sente dire negli spot televisivi, dobbiamo creare una nuova normalità, più sostenibile ed equa.
Perché non basta un vaccino per sconfiggere il Covid-19: se continueremo a sfruttare l’ambiente, altri problemi non tarderanno a manifestarsi.
Il progresso economico deve quindi, necessariamente, puntare su uno sviluppo sostenibile. Non c’è più tempo da perdere.
FONTI: Time, GreenMe.it
Fonte foto: Comune-info
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