Col green pass obbligatorio scoppia il caso dei poliziotti senza lasciapassare. A rischio la tutela della sicurezza. I sindacati: “Al tavolo per discuterne Lamorgese non s’è presentata”.
Ieri era in agenda una riunione al Viminale per dirimere la questione insieme ai sindacati. Oltre ai vertici del dipartimento di Ps, gli operatori avevano chiesto che al tavolo fosse presente anche il ministro Lamorgese “per corrispondere a questioni politiche oltre che tecnico operative fondamentali”. Purtroppo niente da fare. “La ministra non ci ha degnati della sua presenza – attaccano – e neppure ci ha fatto pervenire alcuna risposta”. Ma ciò che brucia di più è la “assoluta, totale, piena mancanza di rispetto” che il ministro riserva “a tutte le donne e gli uomini della polizia di Stato”. “L’incontro – aggiunge l’Fsp – si è interrotto con un nulla di fatto perché ancora non ci sono neppure le linee guida del Ministro per la pubblica amministrazione, necessarie per affrontare la situazione”. Sul punto “non si è pronti”, ci sono “più dubbi che certezze”, e “il sistema sicurezza è troppo complesso perché si possa improvvisare in tema di turni, servizi, di presenze, di migliaia di ore di lavoro straordinario emergente”. Avete presente cosa significa dover rinunciare a circa 15-19mila operatori? Gli organici sono già in difficoltà. Sulle strade le pattuglie sono poche. E il rischio è di mandare in tilt l’intero comparto. “Stando così le cose – scrive l’Fsp – non è difficile prevedere il caos.
Direte: che i poliziotti si facciano il tampone se non vogliono vaccinarsi. Va bene. Ma qui entra in campo un’altra questione, diciamo di tempistiche. Viste le “migliaia di ore di servizio straordinario emergente ed obbligatorio giornaliero”, conciliare con i tempi del servizio con quelli “stringenti della validità del green pass” diventa praticamente impossibile. “Nel lavoro di un poliziotto spesso si sa quando si inizia e non si sa quando si finisce, e un servizio può protrarsi per sei, dieci, diciotto ore consecutive. E se nel frattempo scade il green pass che si fa? Su chi ricade l’eventuale lavoro lasciato a metà? E se un poliziotto, pur adottando la massima diligenza, trovasse le farmacie intasate e non riuscisse a fare il tampone o ad avere i risultati in tempo utile?”. Domande scontate, ma di difficile soluzione. E al tavolo in cui si poteva cercare di far quadrare i conti, il ministro non s’è neppure presentato.
Il sindacati da tempo chiedono almeno il tampone gratuito. Ma per ora il governo ha risposto picche. Il rischio, alla fine, è che i poliziotti senza pass restino a casa dal lavoro e quelli vaccinati siano chiamati “a sopperire ad eventuali probabili disfunzioni organizzative e politiche”. La richieste è semplice: il sindacato vorrebbe il “rinvio dell’entrata in vigore del relativo decreto legge” sul green pass “perché il sistema sicurezza, in assenza di certezze, non è pronto”. E con la sicurezza “non si scherza”.
Tratto da: Il Giornale
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