Google critica le proposte di legge dell’UE che sfidano lo strapotere dei giganti della tecnologia

Google critica le proposte di legge dell’UE che sfidano lo strapotere dei giganti della tecnologia

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L’azienda statunitense Google si è lamentata del fatto che l’Unione Europea ha proposto nuove leggi che dovrebbero servire a contenere lo strapotere dei giganti della tecnologia. Secondo il provider di ricerca infatti, solo alcune aziende verreberro però coinvolte, tra le quali proprio la stessa google. “Studieremo con attenzione le proposte avanzate dalla Commissione Europea nei prossimi giorni. Tuttavia, siamo preoccupati perchè sembrano mirare specificamente a una manciata di aziende “, ha dichiarato martedì in una dichiarazione Karen Bhatia, responsabile degli affari governativi e delle politiche pubbliche di Google. Le proposte che preoccupano Google sono state presentate martedì dalla Commissione europea. Due leggi, una riguardante i contenuti e l’altra riguardante il comportamento del mercato. Tali regolamentazioni potrebbero ridurre drasticamente il potere di Google e di altri giganti della Silicon Valley come Amazon, Netflix, Apple e Facebook.

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La prima legge, il Digital Services Act (DSA), richiederebbe alle aziende tecnologiche con oltre 45 milioni di utenti dell’UE di segnalare e rimuovere contenuti illegali, rivelare come i loro algoritmi sopprimono e potenziano gli stessi e sottoporsi a controlli indipendenti di ricercatori che possano accedere a “dati chiave “per le loro piattaforme. In caso contrario, queste società potrebbero essere multate fino al 6% del loro fatturato annuale. Nel caso di Google, il sei percento delle entrate annuali ammonterebbe a quasi $ 10 miliardi. La seconda legge, il Digital Markets Act (DMA), è simile alla legislazione antitrust. Il DMA designerebbe le aziende tecnologiche più influenti e consolidate dal punto di vista economico come “gatekeeper” e le sottoporrebbe a una serie di nuovi requisiti indispensabili da possedere.

Questi “gatekeeper” sarebbero costretti a consentire ai concorrenti di utilizzare le loro piattaforme e consentire ai propri clienti aziendali di accedere ad altri dati archiviati dalle società tecnologiche.

Alle aziende come Google sarebbe vietato potenziare i propri prodotti e servizi in modo più favorevole nelle classifiche di ricerca, vietato impedire ai clienti di collegarsi ad aziende al di fuori delle loro piattaforme e costrette a consentire agli utenti di disinstallare qualsiasi software o app preinstallato. La Commissione Europea potrà anche modificare in seguito la definizione di “gatekeeper” e proporre “sanzioni” per coloro che dovessero infrangere le regole proposte. Al momento, il DMA consentirebbe alla Commissione di multare queste aziende fino al 10% del loro fatturato globale per violazioni: 16 miliardi di dollari, nel caso di Google. Inoltre, le violazioni ripetute potrebbero vedere “sanzioni strutturali” più dure. Queste due nuove leggi non sembra saranno approvate a brevissimo e i 27 membri dell’UE potrebbero avere difficoltà a concordarle nella loro forma attuale. L’Irlanda, ad esempio, ospita le sedi europee di Apple, Facebook e Google, e apparentemente è stata riluttante a punire queste società. Le autorità di regolamentazione hanno emesso solo la prima sanzione dell’UE relativa al GDPR questa settimana, multando Twitter di 450.000 euro (547.000 dollari) per non aver fornito un rapporto tempestivo su una violazione dei dati che ha reso pubblici alcuni tweet privati. Inizialmente le autorità irlandesi volevano emettere una multa più leggera, ma hanno dovuto cedere seguendo le argomentazioni delle loro controparti tedesche, austriache e italiane. L’industria tecnologica, google in testa, è pronta a fare la massima pressione possibile per far si che tali leggi non vedano mai la luce.

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Fonte: RT

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