Presidente Santalucia su presunzione di innocenza: “Irragionevolmente irrigidita comunicazione con la stampa“
Riforma dell’ordinamento giudiziario, del processo sia civile che penale e del Csm. Sono questi i punti centrali del dibattito della riunione del direttivo dell’Associazione nazionale magistrati. Una riforma su cui ancora è al lavoro la ministra della Giustizia Marta Cartabia che la scorsa settimana ha incontrato oltre ai capigruppo della maggioranza in Commissione Giustizia, anche rappresentanti dell’Anm. Uno dei temi su cui il ‘parlamentino’ delle toghe ha concentrato i suoi lavori è stato inoltre l’ipotesi di rotazione degli incarichi semidirettivi, nonchè la costituzione come parte civile nel procedimento a Perugia a carico dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, in seguito radiato dalla magistratura.
Secondo il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia sul decreto legislativo sulla presunzione di innocenza “sono state compiute scelte discutibili. Si è irragionevolmente irrigidita la comunicazione con la stampa dei Procuratori della Repubblica, che potranno servirsi esclusivamente di ‘comunicati ufficiali’ e, nei casi di particolare rilevanza pubblica, di ‘conferenze stampa’. Regole che non renderanno un buon servizio, questo è il timore, all’esigenza di una corretta informazione su quanto accade nel processo durante la fase delicatissima delle indagini“. “L’Anm dovrà essere “pronta – ha spiegato Santalucia – a rilevare le distorsioni applicative che oggi da più parti si prefigurano e non lasciare che siano soltanto i Procuratori della Repubblica a tenere alta l’attenzione su questi temi assai sensibili per l’effettività dell’assetto democratico della giustizia penale, di cui un tassello importante è proprio il rapporto con la stampa“.
“Gli uffici giudiziari non possono essere lasciati soli nell’affrontare una riforma, per dire eufemisticamente, complicata” ha continuato, soffermandosi soprattutto sul tema dell’improcedibilità che sommata ad altri fattori “metteranno a dura prova gli uffici giudiziari in maggiore difficoltà organizzativa” ha detto Santalucia, sollecitando infine la rapida costituzione del Comitato tecnico-scientifico per il monitoraggio sull’efficienza della giustizia penale, previsto dalla legge di riforma.
La riforma del Csm
“Netta contrarietà a qualsiasi utilizzo del sistema del sorteggio” per l’elezione dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura ma giudizio critico anche all’ipotesi di ballottaggio “tratteggiato nel ddl Bonafede” che “potrebbe divenire terreno fertile per alleanze elettorali ed esalterebbe il peso dei gruppi associativi correndo così il rischio di vanificare i pur commendevoli propositi sottesi all’intervento riformatore“. A ribadire la posizione dell’Associazione nazionale magistrati è stato il segretario Salvatore Casciaro riferendo di quanto espresso nel corso di un incontro avuto con la ministra della Giustizia Marta Cartabia nel corso della quale, ha detto “si è dato atto della varietà di opinioni delle componenti associative, tra le quali vi è chi propugna come solo rimedio idoneo il ricorso al sorteggio“. La delegazione dell’Anm “ha espresso apprezzamento per una ripartizione in macro-collegi elettorali plurinominali che supererebbe la distorsione del collegio unico nazionale senza cadere nelle derive localistiche dei micro-collegi a base distrettuale del ddl Bonafede“, ha spiegato Casciaro.
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La riforma del processo civile
Durante il dibattito il segretario generale dell’Anm Salvatore Casciaro ha anche affrontando il tema della riforma del processo civile, già approvata in Senato e ora in attesa del vaglio della Camera: “Le modifiche sul rito producono, con le difficoltà interpretative legate alla disciplina transitoria, inevitabili rallentamenti, sicché, ove non essenziali e di sicuro impatto sul processo, sarebbe preferibile soffermarsi a ponderarle. Se alcune di esse meritano di essere guardate con favore, altre potrebbero invece rallentare l’iter dei processi“. Casciaro, in particolare, ha ricordato che gli operatori sono “tutti concordi nel ritenere che la ricetta per accelerare i tempi dei processi civili non sia tanto racchiusa nelle novelle del rito, ma forse, e più pragmaticamente, nel potenziamento delle risorse, rendendole adeguate al bisogno del pubblico servizio, coprendo in special modo gli organici dei magistrati e del personale amministrativo fino a renderli idonei a fronteggiare l’ingente mole del contenzioso. Senza tali imprescindibili interventi difficile sarà centrare gli obiettivi richiesti per l’accesso ai fondi del Next Generation EU“. Il segretario dell’Anm ha rilevato che la legge sulla crisi d’impresa “ha autorizzato ora l’indizione di un concorso per il reclutamento di ben cinquecento magistrati“, ma “si tratta di un intervento slegato dalle tempistiche del Recovery, posto che i vincitori del concorso da bandire, destinati a colmare in parte le rilevanti scoperture, saranno immessi in servizio non prima del 2025. E ciò mentre gli obiettivi di drastica riduzione dei tempi dei processi civili dovranno imperiosamente essere raggiunti, con le risorse ora disponibili, già entro la fine del 2024” e “non sarebbe realistico pensare, a queste condizioni, che rivitalizzando la struttura dell’Ufficio del processo si possa conseguire l’obiettivo storico della riduzione del 40% dei tempi dei processi civili: tale sforzo organizzativo andrebbe per lo meno affiancato con un serio progetto di revisione delle piante organiche e delle circoscrizioni giudiziarie“.
Tratto da: Antimafiaduemila
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