Un nuovo studio sui fiumi glaciali della Groenlandia, il primo nel suo genere, rivela importanti implicazioni sul futuro dello scioglimento dei ghiacci e il successivo innalzamento del livello del mare
In Groenlandia i ghiacciai si stanno sciogliendo a ritmi spaventosi. Secondo alcuni recenti studi, entro la fine del secolo potrebbe sparire circa il 60% dei ghiacciai di quest’area, tenuta da sempre sotto osservazione dagli esperti, visto che lo scioglimento del ghiaccio della Groenlandia rientra tra i principali fattori responsabili dell’innalzamento del livello del mare a livello globale. Una nuova ricerca, finanziata dalla Nasa, ha rivelato che i ghiacciai della Groenlandia possono muoversi ancora più rapidamente di quanto immaginato per via dei fiumi subglaciali.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters. Già nel 2015 un team di scienziati aveva analizzato le dinamiche degli scioglimenti che interessavano il ghiacciaio Russell, nell’area occidentale della Groenlandia. Questa volta, però, i ricercatori hanno esaminato il modo il modo in cui l’acqua scorre attraverso le fessure del ghiaccio formate dai fiumi. Grazie alle immagini satellitari della calotta glaciale, hanno potuto appurare che enormi quantità di acqua fluiscono attraverso queste sottili aperture. Ma sono rimasti decisamente sorpresi quando hanno scoperto che il volume d’acqua che li attraversa supera di gran lunga il volume dell’acqua dei laghi glaciali.
“Proprio come la superficie terrestre, i laghi attirano la tua attenzione perché sono così grandi, ma la vera azione, il vero flusso, è attraverso questi fiumi” spiega Laurence Smith, docente di studi ambientali alla Brown University.
Gli autori esperti hanno mappato 539 di questi grandi flussi di acqua di disgelo, scoprendo che il 100% di essi va a finire in una di queste cavità. Per monitorare queste dinamiche hanno lavorato a turni, misurando costantemente il flusso di corrente per 72 ore di fila e correndo non pochi rischi, visto che i fiumi si muovono molto rapidamente e si rischia di essere trascinati.
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Come spiegato dai ricercatori, a causa di questi fiumi il ghiaccio diventa più fragile e i blocchi tendono quindi a staccarsi e a sciogliersi più facilmente.
“Questi risultati aiuteranno a perfezionare i modelli di scorrimento del ghiaccio, che sono di fondamentale importanza per prevedere i futuri contributi delle calotte glaciali all’innalzamento del livello del mare” osserva Smith.
Tali nuove scoperte non rappresentano affatto una buona notizia e non solo per gli abitanti della Groenlandia, ma per tutti noi visto che gran parte dell’innalzamento del livello del mare dipende proprio dallo “stato di salute” dei ghiacciai presenti in questa zona.
Nell’ultimo ventennio in quest’area sono scomparse 28 trilioni di tonnellate di ghiaccio, l’equivalente di un territorio esteso quanto il Regno Unito. E se non riusciremo a porre un freno alla crisi climatica, le conseguenze saranno drammatiche per l’intero Pianeta.
Fonte: Geophysical Research Letters/Nasa, GreenMe
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