Le sanzioni NATO e l’imminente carenza mondiale di gasolio

Le sanzioni NATO e l’imminente carenza mondiale di gasolio

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Tempo di lettura: 6 min

Lo stato delle forniture globali di gasolio è allarmante

F. William Engdahl
Fonte: journal-neo.org, Comedonchisciotte.org

Nel pieno della attuale crisi inflazionistica, i capi di stato dei Paesi NATO e i media mainstream ripetono il mantra che gli alti prezzi dell’energia sono un risultato diretto dell’azione militare di Putin in Ucraina iniziata alla fine di febbraio. La realtà è che la responsabilità è delle sanzioni occidentali. Queste sanzioni, tra cui il taglio dell’accesso interbancario SWIFT per le principali banche russe e alcune delle sanzioni più severe mai imposte, hanno scarsi effetti sulle azioni militari in Ucraina. Ciò che molti trascurano è il fatto che [queste sanzioni] stanno avendo un impatto crescente sulle economie dell’Occidente, in particolare su quelle dell’UE e degli USA. Uno sguardo più attento allo stato delle forniture globali di gasolio è allarmante. Ma i pianificatori delle sanzioni occidentali al Tesoro degli Stati Uniti e nell’UE sanno bene cosa stanno facendo. Ed è di cattivo auspicio per l’economia mondiale.

Anche se la maggior parte di noi raramente pensa al gasolio come a qualcosa di diverso da un inquinante, in realtà [questo carburante] è essenziale per l’intera economia mondiale, al pari di poche altre risorse energetiche. Il direttore generale di Fuels Europe, che fa parte della European Petroleum Refiners Association, ha dichiarato recentemente: “… c’è un chiaro legame tra il diesel e il PIL, perché quasi tutto quello che entra ed esce da una fabbrica lo fa utilizzando il diesel.”

Alla fine della prima settimana dell’azione militare russa in Ucraina, senza ancora sanzioni specifiche per le esportazioni di gasolio della Russia, il prezzo europeo del diesel era già ai massimi da trent’anni. Questo non aveva niente a che fare con la guerra. Era dovuto ai draconiani lockdown globali iniziati nel marzo 2020 a causa della Covid e al simultaneo dis-investimento di Wall Street e delle società finanziarie globali nelle compagnie petrolifere e del gas, la cosiddetta Agenda Verde o ESG. Contemporaneamente all’inizio delle azioni delle truppe russe in Ucraina, due delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, BP e Shell, entrambe britanniche, avevano sospeso le consegne di gasolio in Germania, giustificandosi con il timore di carenze di approvvigionamento. Prima della guerra in Ucraina la Russia forniva circa il 60-70% di tutto il gasolio per autotrazione dell’UE.

Nel 2020 la Russia era stato il secondo esportatore mondiale di gasolio dietro gli Stati Uniti, con più di 1 milione di barili al giorno. La maggior parte di esso, circa il 70%, era destinato all’UE e alla Turchia. La Francia era il più grande importatore, seguita da Germania e Regno Unito. In Francia circa il 76% di tutti i veicoli stradali – auto e camion – usa il gasolio. La domanda di diesel nell’UE è molto più alta che negli Stati Uniti, perché [in Europa] la maggior parte delle auto utilizza il gasolio, più economico ed efficiente. Nella prima settimana di aprile la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha annunciato con orgoglio nuove sanzioni contro le importazioni energetiche dalla Russia, che inizieranno con un divieto sul carbone. L’UE è il più grande importatore di carbone russo. Il petrolio e il gas, ha detto [la von der Leyen], seguiranno in un secondo momento. Questa stupida mossa non farà altro che aumentare i costi dell’energia, già a livelli record per la maggior parte dell’UE, poiché farà salire alle stelle i prezzi del petrolio e del gas.

All’inizio della crisi ucraina, le scorte globali di gasolio erano già le più basse dal 2008, perché i lockdown causati dalla Covid avevano danneggiato notevolmente l’equilibrio tra domanda e offerta nella produzione di petrolio e gas. Ora, tutto è pronto per una crisi senza precedenti del diesel. Le conseguenze per l’economia mondiale saranno incredibili.

Il diesel muove il commercio mondiale

I motori diesel sono molto più efficienti dei motori convenzionali. Si basano sul principio della compressione sviluppato nel 1897 da Rudolf Diesel. Vista la sua maggiore efficienza e il maggiore chilometraggio/litro, il diesel alimenta quasi tutti i motori dei veicoli da trasporto. Alimenta anche la maggior parte delle attrezzature agricole, dai trattori alle macchine da raccolta. È ampiamente usato nell’UE, quasi il 50% è destinato all’autotrazione, perché [il motore diesel] è molto più efficiente del motore a benzina. È usato nella maggior parte delle macchine pesanti da miniera, come i Caterpillar per il movimento terra. È anche usato nelle attrezzature da costruzione. I motori diesel hanno sostituito i motori a vapore su tutte le ferrovie non elettrificate del mondo, specialmente per i treni merci. Il diesel è usato in alcuni impianti di produzione di energia elettrica e nella maggior parte dei veicoli militari pesanti.

Una carenza globale di gasolio, temporanea o a lungo termine, è quindi un evento catastrofico. Le merci non possono essere spostate dagli scali dei container alle destinazioni finali. Senza gasolio i camion non possono consegnare il cibo ai supermercati, o qualsiasi altra cosa. L’intera catena di approvvigionamento si blocca. E non è possibile usare benzina in un motore diesel senza rovinarlo definitivamente.

Fino al mal concepito blocco globale dell’industria e dei trasporti iniziato nel marzo 2020, la domanda e l’offerta di gasolio erano ben bilanciate. I lockdown improvvisi avevano però fatto crollare la domanda di gasolio per il trasporto su camion, per le auto, l’edilizia e persino l’agricoltura. Le raffinerie non redditizie erano state chiuse. La capacità produttiva era diminuita. Ora, mentre la produzione mondiale torna ad una parvenza di normalità pre-covid, le riserve di gasolio in tutto il mondo sono pericolosamente basse, soprattutto nell’UE, che è il più grande consumatore di diesel al mondo, ma anche negli USA.

Razionamento?

All’inizio di quest’anno le scorte mondiali di diesel erano già pericolosamente basse e questo aveva fatto salire i prezzi alle stelle. A febbraio, 2022 prima che si sentisse l’effetto della guerra in Ucraina, le scorte di diesel e affini negli Stati Uniti erano del 21% al di sotto della media stagionale pre-covid. Nell’UE le scorte erano dell’8%, o 35 milioni di barili, sotto il livello medio pre-covid. A Singapore, le scorte dell’hub asiatico erano del 32% al di sotto del normale. Tutte insieme, le scorte di diesel delle tre le regioni erano pericolosamente basse, circa 110 milioni di barili in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Tra il gennaio 2021 e il gennaio 2022 i prezzi del diesel nell’UE erano quasi raddoppiati, e questo prima delle sanzioni alla Russia. Le ragioni erano diverse, ma la principale era l’impennata del prezzo del greggio e le interruzioni delle forniture a causa del blocco globale delle scorte e la successiva ripresa dei flussi commerciali mondiali. Ad aggravare il problema, all’inizio di marzo il governo centrale cinese ha imposto un divieto sulle proprie esportazioni di gasolio, per “garantire la sicurezza energetica” in concomitanza con le sanzioni occidentali alla Russia. A questo si aggiunge il recente divieto dell’amministrazione Biden sulle importazioni di tutto il petrolio e il gas russo, che nel 2021 includeva un 20% stimato di tutte le esportazioni russe di olio pesante. Allo stesso tempo l’UE, nella sua saggezza sempre ideologica, sta finalizzando un divieto alle importazioni di carbone russo, con in più un embargo sul petrolio russo, sul gasolio e sul gas, a quanto si dice.

Il 4 aprile, il prezzo medio al litro del diesel in Germania era di 2,10 euro. Il 27 dicembre 2021 era di 1,50, un aumento del 40% in poche settimane. In seguito alle sanzioni senza precedenti degli USA e dell’UE contro la Russia per la campagna militare in Ucraina iniziata il 24 febbraio, sempre più compagnie petrolifere occidentali si rifiutano di trattare petrolio greggio o diesel russo per paura di rappresaglie. Questa situazione è destinata a peggiorare, almeno finché i combattimenti in Ucraina continueranno.

L’amministratore delegato della Vitol di Rotterdam, la più grande società indipendente di commercio energetico del mondo, ha avvertito il 27 marzo che, nei prossimi mesi, il razionamento del gasolio a livello globale sarà sempre più probabile. Ha notato: “L’Europa importa circa la metà del suo diesel dalla Russia e circa la metà dal Medio Oriente. Questa carenza sistemica di gasolio esiste.”

Il 7 aprile, David McWilliams, un eminente economista irlandese, già alla banca nazionale irlandese, ha lanciato un grido di allarme. “Non solo il petrolio sta salendo, ma anche il diesel sta salendo e c’è una minaccia reale che il diesel si esaurisca nell’Europa occidentale nel corso delle prossime due o tre settimane, o forse prima… Importiamo una quantità significativa del nostro diesel, proviene da due raffinerie nel Regno Unito dove viene prima lavorato. Queste raffinerie, al momento, non hanno greggio. Quindi, stiamo praticamente gestendo l’economia giorno per giorno, ora per ora”. Ha aggiunto: “Non abbiamo solo una crisi del petrolio, abbiamo una crisi energetica come non se ne vedevano da 50 anni.” Secondo lui, la ragione per cui le scorte di gasolio sono così basse è che i paesi dell’UE hanno trovato molto più economico esternalizzare il petrolio e il gasolio in Russia, vista la sua enorme capacità di offerta.

La situazione negli Stati Uniti non è migliore. Per ragioni politiche, la reale entità della crisi del gasolio sarebbe stato minimizzata dall’amministrazione Biden e dall’UE. Negli Stati Uniti l’inflazione è già ai massimi degli ultimi 40 anni. Gli effetti della crisi globale del gasolio, attualmente in fase di sviluppo, avranno, a meno di una netta inversione di tendenza, un impatto drammatico su tutte le forme di trasporto, camion e auto, sull’agricoltura, sull’estrazione mineraria e simili. Sarà una catastrofe per un’economia mondiale già in crisi. Eppure, i governi, come la coalizione tedesca “Ampel” (semaforo), con la loro folle agenda Zero Carbon e i loro piani per eliminare gradualmente petrolio, carbone e gas, o la cricca Biden, vedono l’esplosione dei prezzi dell’energia come un ulteriore pretesto per abbandonare gli idrocarburi, come il petrolio, e passare alle inaffidabili e costose energie alternative, come l’eolico e il solare. La vera economia globale industriale interconnessa non è come il gioco del lego. È altamente complessa e finemente sintonizzata e, mentre questa sintonizzazione viene sistematicamente distrutta, tutte le prove dimostrano che la cosa è intenzionale. Benvenuti nell’agenda eugenetica del Grande Reset di Davos.

F. William Engdahl

Fonte: journal-neo.org

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