Putin taglia il gas. Colpo di grazia a Davos?
Di Armando Savini, tratto da DatabaseItalia
Le sanzioni inflitte alla Russia dall’Unione europea si stanno rivelando un boomerang, con ripercussioni sempre più pesanti e sotto gli occhi di tutti, anche dei più riluttanti alla verità dei fatti. La propaganda dei governi europei ormai fa acqua da tutte le parti. Le previsioni di Barclays sul crollo del PIL europeo del 5% e sulla forte svalutazione dell’Euro (€) rispetto al Dollaro ($), nel caso in cui Putin decidesse di chiudere i rubinetti del gas (QUI), si stanno realizzando. Stiamo in stagflazione conclamata; cioè una situazione nella quale sono contemporaneamente presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi, sia una mancanza di crescita dell’economia in termini reali, come ha candidamente ammesso di recente Jürgen Michels della Bayern LB (QUI).
Dopo l’Operazione Militare Speciale, che per la politica estera russa costituisce un passaggio decisivo verso il mondo multipolare, Putin sembra aver deciso di giocare la carta del gas, per accelerare il crollo delle economie occidentali e, forse, del Sistema Europeo di Banche Centrali.
Scacco al governo Draghi?
Per il Governo Draghi, di cui già da settimane si prevede l’imminente caduta, il rialzo dei prezzi dei carburanti, dovuto al taglio del gas russo, potrebbe costituire il colpo di grazia.
La capitolazione di Draghi e del “governo dei migliori” potrebbe innescare un effetto domino sul resto di quei governi presieduti dagli altri Young Global Leaders di Davos.
Tra pochi mesi l’estate sarà finita e senza il gas russo potrebbero scoppiare disordini non più contenibili. Dopo la campagna di disinformazione sui vaccini anti-Covid (“O ti vaccini o muori”) e sulla guerra in Ucraina (“O i condizionatori o la pace”), i tagli di grano dall’Ucraina, il giro di vite sul gas russo potrebbe essere la goccia che potrebbe far traboccare il vaso dell’ira italica.
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