Di Francesco Fustaneo
La Gabanelli anziché menzionare la globalizzazione come causa dell’invasione di prodotti agricoli a basso costo, coglie l’occasione anche stavolta ( parlando di pomodori) per attaccare la Cina; come se l’abbandono di colture come quelle del limone in Sicilia non sia stata dovuta al deprezzamento a seguito dell’invasione di limoni dalla Spagna o dal Nord Africa; come se l’olio (Tunisia -Spagna) o il grano ( Canada-Usa) non arrivassero in quantità ingenti da altri paesi . Allo stabilimento Ikea di Catania, ubicata nella famosa piana degli agrumi, ho trovato serviti ai tavoli della ristorazione, limoni della California.
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Piuttosto la Gabanelli che non menziona mai la deriva della globalizzazione come il problema di fondo, dovrebbe chiedersi: quando migliaia di giovani scesero in piazza a Genova contro il G8 ( e molti di loro finirono per essere pestati) anche per dire no a quelle politiche liberiste che hanno condotto la nostra agricoltura allo stato attuale, da che parte stavano i suoi attuali editori e da che parte stanno tutt’ora?
Dalla parte di chi chiedeva e continua a chiedere una globalizzazione diversa o dalla parte del capitale e del liberismo economico?
Tratto da: L’Antidiplomatico
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