La Procura di Messina, guidata dal magistrato Maurizio De Lucia, ha aperto un’inchiesta conoscitiva, finalizzata alla raccolta di “atti relativi” per verificare se vi siano gli estremi di reati riguardo il funerale di Rosario Sparacio, fratello del boss, poi pentito, Luigi. In piena emergenza al corteo funebre hanno partecipato 39 persone che hanno accompagnato la salma dall’abitazione al cimitero. Gli inquirenti stanno acquisendo i dati sia per identificare i partecipanti e accertare se sia stato violato il Dpcm che vieta gli assembramenti, emanato per contenere il contagio da Covid-19, sia se tra i partecipanti ci fossero appartenenti a Cosa nostra in libertà, ma tenuti a rispettare limitazioni sulla libertà di movimento. Rosario Sparacio, fratello del boss di Giostra Luigi, detto Gino, poi passato tra i ranghi dei collaboratori di giustizia, non aveva da anni rapporti con l’ex capomafia. Nei giorni scorsi diversi esponenti politici hanno criticato duramente il sindaco di Messina, Cateno De Luca, per non aver impedito il corteo. Il sindaco ha risposto smentendo che si sia trattato di un corteo e sostenendo come la piccola folla si sia limitata a scortare il feretro per 200 metri, la distanza che separa l’abitazione di Sparacio dal cimitero.
Sempre riguardo la questione, l’Assostampa ha espresso “solidarietà” verso quei giornalisti che hanno raccontato il funerale del fratello di un boss della Mafia messinese, dopo che i cronisti sono stati insultati da un familiare del defunto. “In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, impegnati in prima linea per assicurare la migliore informazione possibile sull’emergenza, c’è chi definisce i giornalisti bugiardi e ‘pezzi di merda’, condividendo attraverso Facebook pesanti insulti e intimidazioni, solo perché scrivono e raccontano l’anomalo assembramento al corteo funebre del fratello del boss Luigi Sparacio“. L’Assostampa di Messina ha poi spiegato che “nessuno giudica il dolore per la perdita di un proprio caro, né il desiderio di voler porgere l’ultimo saluto. In questi giorni, sempre più spesso negli ospedali si muore da soli, con o senza Coronavirus, a causa delle stringenti regole imposte per contenere la diffusione del virus”, aggiunge la segreteria provinciale Assostampa. “A tanti, non è negato soltanto il funerale, ma anche il momento prima della morte. Tutti elementi del dolore umano a cui è innaturale rinunciare, che riguardano tutti noi e che abbiamo raccontato con partecipazione. – ha concluso – Da qui l’attenzione che si è alzata su un corteo in cui nessuno sembra essere intervenuto per fare rispettare regole imposte indistintamente a tutti”.
Tratto da: Antimafiaduemila