È molto probabile che un’alta concentrazione di cesio radioattivo sia ancora accumulata nei coperchi dei vasi di contenimento per i reattori 2 e 3 della centrale nucleare di Fukushima, colpita da un terremoto e dal conseguente tsunami nel 2011.
A lanciare l’allarme è la bozza del nuovo rapporto di indagine sull’incidente nucleare condotta dalla Nuclear Regulation Authority (NRA Japan) e resa pubblica in questi giorni dalle autorità giapponesi, da cui emerge che i coperchi che sigillano le vasche di contenimento presentano in buona sostanza un tasso di radioattività pari a quello dei rifiuti nucleari fusi immediatamente dopo il disastro.
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Sinora si era creduto che la maggior parte dei materiali radioattivi si fosse “depositata” sul fondo dei reattori sotto forma di detriti di combustibile nucleare fuso e ora questa nuova ipotesi potrebbe influire sul processo di disattivazione dell’impianto di Tokyo Electric Power Company Holdings Inc.
Il gruppo che sta indagando sui dettagli dell’incidente ha prodotto la bozza di rapporto sulla base dei dati ottenuti dalle ispezioni in loco dei reattori n. 2 e n. 3 condotte nel settembre 2019 e poi a seguito della diminuzione della dose di radiazioni e dei progressi nel lavori di disattivazione.
Al quinto piano degli edifici del reattore n. 2 e n. 3 è stata misurata una dose di radiazione molto elevata vicino ai coperchi in cemento armato a tre strati, o tappi di schermatura, nella parte superiore dei vasi di contenimento del reattore.
Gli esperti hanno in effetti esaminato i livelli di radiazione in diversi punti negli edifici dei tre reattori, oltre a verificare come i materiali radioattivi si siano mossi e in che modo le attrezzature di sicurezza durante l’incidente abbiano funzionato. Secondo le analisi sul triplo strato di cemento a forma di disco di 12 metri di diametro che si trova sopra la vasca di contenimento primario, risulterebbero elevati livelli di Cesio-137 radioattivo. Il coperchio del reattore 1 sarebbe invece meno contaminato, molto probabilmente perché il tappo è stato leggermente scostato e sformato a causa dell’esplosione dell’idrogeno.
Secondo quanto si legge, la contaminazione delle coperture non influirebbe sull’ambiente perché le vasche di contenimento sono racchiuse negli edifici.
Il presidente della Commissione per la regolamentazione dell’energia nucleare Toyoshi Fuketa parla di questi risultati come “estremamente gravi” e ha detto che avrebbero reso la rimozione del combustibile fuso “più difficile”.
Fonti: NRA Japan / Japan Times, GreenMe