Nuovo giro di sanzioni alla Russia, nulla di fatto

Nuovo giro di sanzioni alla Russia, nulla di fatto

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Per la disperazione della Polonia, che continua a chiedere di bloccare qualsiasi forma di pagamento a favore della Russia, incluse le transazioni di gas e petrolio, Germania e Francia hanno messo il freno, almeno per il momento. Scholz diplomaticamente ha detto che le sanzioni in essere sono già abbastanza efficaci. Macron ha detto che dobbiamo continuare nei colloqui con Putin.
I paesi europei, ma in modo particolare la Germania, che dipende dalla Russia per il 55% del suo fabbisogno di gas, non possono permettersi di fare a meno del gas russo per almeno 2-3 anni e sono terrorizzati dalla prospettiva di un’improvvisa interruzione dei flussi. Tradotto. la crisi energetica sta spaccando l’UE, come era prevedibile.

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PERCHÉ IL RUBLO SI AVVIA A ESSERE UNA VALUTA “COMMODITY-BASED”

L’editoriale di Guida Salerno Aletta

Se ora si deve pagare in rubli, per sdebitarsi di una obbligazione contratta in euro o in dollari, occorre comprarne comunque la quantità necessaria sulla base del cambio. Non ha alcuna importanza se per “fare” un dollaro oppure un euro servano 80 rubli oppure 100: la svalutazione o meno del rublo non incide. A seconda dei casi, dovrò pagare 80 rubli oppure 100 per sdebitarmi di un euro o di un dollaro.
Veniamo ad una seconda questione: mentre la Russia vende all’estero il gas, un bene reale che è limitato nella sua disponibilità, finora è stata pagata in dollari oppure in euro, monete che abbiamo visto essere state replicate a dismisura e senza sosta, solo scrivendo le cifre sui sistemi elettronici di contabilità. Le Banche centrali che immettono denaro virtuale, senza alcun limite quantitativo, forniscono senza alcuno sforzo al mercato, e dunque agli acquirenti, i mezzi necessari per pagare un prodotto fisico limitato.
[…]
Le sanzioni hanno congelato la disponibilità in valuta estera detenute dalla Banca centrale russa presso le corrispondenti dei Paesi che le hanno irrogate. Praticamente, i rubli in circolazione sono iscritti al passivo dello stato patrimoniale a fronte solo di quella parte dell’attivo che consiste nell’oro delle riserve e nelle valute estere detenute direttamente. Questo è stato l’attacco portato al rublo, cui si è reagito con le misure sopra descritte e ora con la decisione di farsi pagare il gas in rubli.
l primo problema, infatti, è quello di procurarsi i rubli sul mercato. Siccome non ce ne sono a sufficienza rispetto a questa nuova consistente richiesta, e poiché non ci sono rapporti di swap in valuta tra la Banca centrale russa e le corrispondenti per cui la prima fornisce rubli in cambio di euro o di dollari, e visto che la Banca centrale russa è stata anche esclusa dai lavori della Banca dei Regolamenti Internazionali, quella che è soprannominata la Banca centrale delle Banche centrali, bisogna chiedere i rubli ad una banca russa che ne abbia la diponibilità o che per acquisirla ne faccia richiesta alla Banca centrale russa.
In entrambi i casi, non si tratta di una vendita di rubli a fronte della cessione di valuta straniera al tasso di cambio del giorno, ma di un prestito di valuta, a fronte di adeguati collaterali messi a garanzia, euro o dollari, che è soggetto al pagamento dei tassi di interesse previsti per queste operazioni, che sono stati alzati dal 9,5% al 20%.
Se si agisse diversamente, vendendo nuovi rubli a fronte di ogni richiesta ed acquistando euro o dollari in cambio, non si farebbe altro che creare altrettanta moneta virtuale. Il fatto invece di dover prendere i rubli solo a prestito crea l’obbligo di rimborsarli, e questo si può fare solo esportando beni e servizi alla Russia ed ottenendo rubli in cambio. Sono i rubli presi a prestito e che si devono restituire.
Da una moneta sempre più virtuale, legata alla finanza, come sono diventati progressivamente i dollari, gli euro o gli yen, si tornerebbe ad una moneta legata alla economia reale, al rublo, che serve innanzitutto agli scambi. (Fonte: Teleborsa)

Fonte: Giubbe Rosse

 

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