Sette paesi extra UE si sono schierati con la decisione dell’Unione Europea di chiudere il loro spazio aereo a i vettori aerei bielorussi, questo è quanto comunicato in una nota lunedì dal servizio stampa del Consiglio europeo. “La decisione del Consiglio va evidentemente nella direzione di un rafforzamento delle misure restrittive esistenti, introducendo il divieto di sorvolo dello spazio aereo dell’UE e l’accesso agli aeroporti dell’unione da parte dei vettori bielorussi di qualsiasi tipo”si legge nel comunicato. ” Repubblica di Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Albania, e i paesi dell’EFTA Islanda, Liechtenstein e Norvegia, membri dello Spazio economico europeo, si allineano a questa decisione del Consiglio”, ha affermato il servizio stampa. “Faranno in modo che le loro politiche nazionali siano conformi a questa decisione”, ha concluso il servizio stampa.
All’inizio della giornata di lunedì, il Consiglio Europeo a livello dei ministri degli esteri ha approvato il quarto pacchetto di sanzioni individuali contro 86 persone fisiche e giuridiche e ha raggiunto un accordo per imporre sanzioni economiche a sette settori strategici per la Bielorussia, tra cui l’esportazione di potassio e prodotti petrolchimici e il settore finanziario. Le sanzioni economiche sono soggette all’approvazione finale al Vertice UE del 24-25 giugno e diventeranno effettive successivamente.
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I golpisti in Bielorussia si dichiarano colpevoli. Perché l’occidente tace?
Azioni da parte dell’unione Europea che sembrano dei veri e propri atti di guerra motivati da questioni geopolitiche, soprattutto se consideriamo il fatto che in passato in casi simili non abbiamo registrato tali perentorie reazioni. Tutt’altro. L’editorialista del quotidiano russo Komsolskaya Pravda, Alexander Kots, qualche settimana fa aveva ricordato come la Turchia costrinse all’atterraggio ad Ankara un aereo passeggeri siriano sospettato di trasportare armi. Allo stesso modo l’Ucraina fece atterrare a Kiev un Boeing bielorusso con a bordo l’esponente anti-Maidan Armen Martirosyan, con la minaccia di caccia militari fatti decollare per dirottare il volo e costringerlo all’atterraggio a Kiev.
Accadde così anche al volo presidenziale che trasportava l’allora presidente boliviano Evo Morales. Il suo volo fu costretto ad atterrare in Austria dopo che Francia e Portogallo avevano negato l’autorizzazione a passare nel loro spazio aereo. Ci furono forti pressioni degli Stati Uniti perché sospettavano che a bordo volasse insieme a Morales il whistleblower statunitense Edward Snowden.
Snowden non era su quell’aereo e il presidente Morales rischiò la vita perché il suo aereo stava per terminare il carburante.
Dov’erano allora le istituzioni europee?
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