“Siamo ancora in emergenza però arriva la batosta fiscale”

“Siamo ancora in emergenza però arriva la batosta fiscale”

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Di seguito riprendiamo il testo con cui Bianchini, presidente MIO Italia (Movimento Imprese Ospitalità), e il reparto Horeca denunciano la disastrosa situazione in cui si ritrovano imprese e lavoratori del comparto: “Siamo ancora in emergenza però arriva la batosta fiscale”.

È un novembre nero per chi fa impresa, perché covid o no, sta calando inesorabile la mannaia del fisco. Lo Stato, infatti, batte cassa ai sopravvissuti. «Entro il 30 di questo mese bisognerà saldare in un’unica soluzione tutte le cartelle di rottamazione, altrimenti decade il diritto al beneficio, chiamiamolo così. Sono giorni roventi per i piccoli imprenditori, considerando che a novembre coesistono ben 233 scadenze fiscali», ha lamentato Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità.

L’associazione tutela il comparto Horeca, cioè ristoranti, bar, pizzerie, pub e cocktail bar in tutto il Paese. Gli esercenti, sopravvissuti economicamente a mesi e mesi di chiusure e restrizioni non legittimate da studi scientifici, ora dovranno superare un ulteriore ostacolo del fisco, che chiede inderogabilmente il pagamento di rate e cartelle.

«Non bastava il caro-materie prime, con il conseguente caro-bollette, più il relativo effetto domino degli aumenti generalizzati. Ora arriva pure la batosta fiscale, quando il Paese è ancora in crisi e sofferente economicamente; quando l’Italia è ancora in emergenza e in piena “pandemia inflattiva”, forse la più pericolosa degli ultimi trent’anni», ha aggiunto Paolo Bianchini.

Si scrive concorrenza, si legge monopolio privato

 

Gli aumenti, come evidenziato dal Centro studi di MIO Italia e confermato da diversi indicatori nazionali, sono quasi tutti a due cifre, vedi frutta, pane, pasta, patate, caffè e bevande, e riguardano anche carne e latte con percentuali importanti. L’effetto domino dei rialzi ha colpito anche i costi degli imballaggi, dei trasporti, dei noli, dei container.

«Perché è stato riavviato il salasso impositivo? Perché, visto che siamo ancora in emergenza, non si procede con la tregua fiscale? Nel 2020 abbiamo assistito inermi a 300mila fallimenti di aziende. E il comparto Horeca, eccellenza italiana riconosciuta all’estero, è fra i più colpiti», ha sottolineato Paolo Bianchini.

Ora le piccole imprese sopravvissute hanno bisogno di respirare. «MIO Italia ha proposto già da tempo, oltre alla tregua fiscale, il taglio dell’Iva al settore legato alla ristorazione», ha spiegato Paolo Bianchini.

Già lo scorso anno MIO Italia consegnò al Governo una proposta in tal senso. L’abbassamento dell’Iva dal 10 al 5 per cento è possibile ed è previsto dall’Europa sulla base delle Direttive 2006/112/CE del 28 novembre 2006 e 2009/47/CE del 5 maggio 2009. La proposta di MIO Italia – come sottolineato da Paolo Bianchini in diversi comunicati stampa – è stata oggetto di una recente pubblicazione scientifica e di una lettera aperta indirizzata, all’inizio del mese di ottobre, al ministro della Transizione ecologica. Lettera che attende ancora una risposta.

Tratto da: IlParagone.it

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